Recensione: Frolic Through The Park

Di Alberto Franco - 5 Gennaio 2012 - 0:00
Frolic Through The Park
Band: Death Angel
Etichetta:
Genere:
Anno: 1988
Nazione:
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80

Ad un anno dal tanto buono quanto derivativo esordio “The Ultra-Violence” (1987), disco che si ispira con  personalità al sound di gruppi che hanno dato vita al movimento thrash metal (Exodus, Metallica, Slayer in primis),  il giovanissimo combo di San Francisco (il batterista Andy Galeon ha appena quattordici anni!) torna con un  nuovo album. Nonostante la scarsa distanza tra le due uscite, la band non accusa minimamente il colpo;  anzi, dimostra di essere decisamente maturata sul piano compositivo tanto che questo “Frolic Through the  Park” nasce come lavoro decisamente più complesso e ricercato.
L’album risente di una leggera influenza  funk, tanto che all’interno delle strutture compositive dei brani è possibile sentire, sebbene solo in  qualche canzone, giri di basso atipici, sezioni di batteria discontinue e riff di chitarra che sembrano  essere ispirati da artisti quali Funkadelic, Parliament e Minutemen.Tuttavia, questo nuovo capitolo  risulta essere comunque un album dallo spirito thrash con, occasionalmente, qualche sprazzo funk. Questa  sperimentazione verrà replicata solo da pochissime altre band tra le quali è obbligatorio citare i Mordred  di “Fool’s Game” e diIn This Life” con cui, a volerla dire tutta, si spingeranno persino oltre. Ma non è tema  che andiamo ad affrotnare ora.

Dicevamo. Pur distanziandosi dal thrash ‘canonico’, la band non perde un minimo di attitudine.  Dimostrazione evidente la danno pezzi come la fulminante Devil’s Metal che, a parere di chi scrive,  contiene uno dei migliori riff thrash mai scritti dalla band. Anche il primo pezzo del lotto 3rd Floor, che si apre con i  suoni di un parco (cinguettii di uccelli, voci di bambini allegri e ondeggiar di altalene) splende per  concezione thrash metal: dopo un giro di chitarra ‘malsano’ il brano s’eprime alla grande secondo una  deflagrante successione di strofe e ritornelli velocissimi. Infine, la conclusiva Mind Rape mostra il lato  più tecnico del loro modo di comporre grazie ai molteplici cambi di riff. Quest’ultima è un attacco contro  la Chiesa, accusata di fare il lavaggio del cervello a chi aderisce alla dottrina cattolica. Cito il  ritornello:
 
“They truly believe/That he is Jesus Christ/As their bodies are raped/Of their minds”
(Loro credono davvero che lui sia Gesù Cristo, mentre le loro menti vengono strappate dai loro corpi)

 
Come già detto, poiché in questo album si tenta di fondere funky al thrash, non mancano canzoni  ‘sperimentali’. In tal senso è d’obbligo citare Bored, probabilmente il pezzo più funky-influenced  dell’album. Altro elemento caratteristico è l’instabile ‘mood’ che si viene a creare dall’ascolto. Le  chitarre passano da toni quasi allegri a riff decisamente cattivi, la voce di Mark Osegueda, cantante  decisamente eclettico, spazia con teatralità sulle aperture del riffing così articolato. Altra canzone  sperimentale è Confused che parte molto lenta per poi esplodere in una ‘classica cavalcata thrash’ con  tanto di soli a partire dal secondo ritornello, per poi concludere con un lento giro di chitarra guidato  dal basso di Dennis Pepa. Sigilla il capitolo ‘esperimenti’ Open Up, ottima canzone dove, fra strofe dal  ritmo funky e un’intermezzo solo inizialmente thrash, spicca Mark Osegueda, vero padrone d’un bellissimo  ritornello dagli acuti impegnativi, ma azzeccati.
 
È da notare infine la notevole capacità tecnica dei musicisti, non comunissima di questi ambineti… Con  questo “Frolic Through the Park”, i nostri intraprendono un personalissimo percorso che li porterà alla  finale maturazione chiamata “Act III”, terzo e ultimo album della loro prima parte di carriera (ripresa da  pochi anni con una serie di lavori più che buoni…).
 
“Frolic Through the Park” è un ottimo album che consolida il nome dei Death Angel fra i grandi (e spesso  sottovalutati) nomi del thrash Made in USA.
Consigliato a tutti coloro che hanno apprezzato gli altri lavori della band e a chiunque voglia accostarsi  ad un thrash che non punta esclusivamente alla mazzata diretta, ma cerca vie di approccio meno immediate  sebbene altrettanto efficaci.

Alberto “80’s Thrasher” Franco

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Tracce:
01. 3rd Floor  – 04:58     
02. Road Mutants  – 03:45     
03. Why You Do This – 05:33       
04. Bored – 03:29     
05. Confused – 07:26
06. Guilty of Innocence – 04:26       
07. Open Up – 05:45       
08. Shores of Sin – 06:30     
09. Cold Gin (Kiss cover) – 04:23       
10. Mind Rape – 05:32

Durata: 52 minuti ca.

Formazione:
Mark Osegueda: Voce
Rob Cavestany: Chitarra
Gus Pepa: Chitarra
Dennis Pepa: Basso
Andy Galeon : Batteria

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