Recensione: From Blood to Dust
Io e la mia stupida esterofilia! Sì, perché From Blood to Dust è una bella sorpresa italiana. Direte voi: “che bravo che sei, ti sei svegliato adesso?” Ebbene lo ammetto, li ho ignorati finora salvo accorgermi che i nostri calcano la scena death dal 1989 (al tempo conosciuti anche come Chemioterapy e Satan’ Slaughter).
Avendoli già apprezzati durante un live nei primi mesi del 2005, conosco a cosa si va incontro ascoltando la band di Torino: death metal americano, servitore devoto della storia ed eseguito con compattezza e solidità. I Mindsnare sono uno schiacciasassi brutale che macina riffoni tirati ed energici per nove-tracce-nove, squassando lo scenario con grandissima energia ed ottimo affiatamento come solo una band navigata può fare.
Immagino che trovare nella stessa frase espressioni quali “death metal americano”, “storia” o “fedeltà” potrebbe far sbadigliare qualcuno, ma è qui che arriva la sorpresa: From Blood to Dust colpisce per la sua freschezza, per cui tenete la bocca chiusa e non sottovalutate il nemico. La musica dei Mindsnare 2005 riesce nell’alchimia tra brutale e spontaneo, interessante e trascinante, sopperendo con l’energia ed il dinamismo (sempre relativo al campo di applicazione) ad eventuali mancanze dovute al genere dichiaratamente conservatore. Un set di brani veloci ed efficacissimi tra cui cito con piacere il tiro e la carica sanguinolenta di “Along the Shores of Styx“, l’essenza slayeriana di “King of the Tyrants” e l’ennesima esplosione violenta, tra le tante, di “Beast Among Beasts“, che marcia alla conquista cavalcando un classicissimo e tellurico riff U.S.A. .
Esecuzione rabbiosa e violenta, sound nitido ma allo stesso tempo massacrante e genuino sono le cornici entro le quali si inscrive l’ottima prova del terzetto di carpentieri dell’estremo capitanati dal growl pieno, basso ma comprensibile di Gigi Cassini, supportato dalla velocità schizoide di Chris Benso alla chitarra e dall’ottima varietà mista a velocità del drummer Sergio Pavinato.
Sulle ali dell’entusiasmo scatenato dai primi nove brani, reputo positivamente anche la riedizione dell’EP intitolato Hegemony datato 1999, scelta utile per saggiare cosa fossero i Mindsnare all’epoca (grintosi ed acerbi). Volendo invece fare il guastafeste dico: gli inediti di From Blood to Dust oltrepassano leggermente i venticinque minuti. Qualche brano in più non avrebbe guastato lasciando ad Hegemony il semplice compito di cadeau non dando spazio ad eventuali maligni che volessero accusare la band di ridotta produttività.
From Blood to Dust è un disco caldo e vibrante, ribollente come il magma che scorre in copertina e che zampillerà dalle casse dello stereo.
PS. Andate a vedere il loro sito ed in particolare le sezione “The Band”.