Recensione: From Now On
Primo disco solista per Thomas Lassar, cantante e tastierista svedese che qualcuno ricorderà a metà anni novanta in forza ai conterranei Crystal Blue, band con cui ha inciso un trio di album prima dello scioglimento avvenuto nell’ormai remoto 2003.
Una carriera spesa poi nell’ombra: qualche collaborazione occasionale (da ricordare quella con il lussuoso progetto Charming Grace e quella con i Last Autumn’s Dream) e poco altro.
Funzionale al rilancio è stata, una volta tanto, la disastrosa epoca di pandemia, un momento di calma forzata rivelatasi favorevole. Proprio in quei mesi Lassar ha deciso di tentare una via solitaria, componendo una decina di canzoni pescate dal suo buon background devoto al rock nord europeo.
Brani che hanno immediatamente stuzzicato la curiosità del vecchio amico Pierpaolo “Zorro” Monti – attuale manager di Burning Music / Art of Melody – conosciuto proprio in occasione della collaborazione con i Charming Grace.
Il risultato scaturito è il buonissimo “From Now On”, album che abbiamo avuto il piacere di ascoltare più volte, apprezzandone le molte qualità.
Cristallino, assolutamente di classe e buon gusto. Nella scia di Work of Art, Last Autumn’s Dream e degli stessi Crystal Blue, quello di Lassar è un debutto che piace soprattutto per la semplicità e l’eleganza di temi ed armonie. Sempre giocato su toni tenui e molto radiofonici, si distingue per l’ottima cura negli arrangiamenti di respiro alquanto scandinavo e per le atmosfere lievi. L’orecchiabilità, mista a suoni pieni e rotondi – quasi prog in alcuni passaggi – rende l’esperienza di questo primo cd un centro pieno.
Solo dieci brani, tutti però imperniati su di un AOR di buona fattura.
Fatta l’abitudine alla caratteristica voce di Lassar – molto acuta, simile in certi frangenti a quella di Rob Moratti – è senz’altro piacevole lasciarsi catturare dalla bontà di pezzi come l’iniziale “When My Ship Comes In” o della successiva “Losing Faith”, scintillante scandi rock dal risvolti progressive.
Momenti riflessivi come “In Control” e “Back Where I Started” testimoniano poi il solido songwriting su cui è costruito il cd. Vario, ricco di sfumature e molto ben suonato.
Agli amanti dei Work of Art, non sfuggiranno infine le assonanze di tracce quali “Take Me Higher”, “The Only One” e “The Beginning of The End”. Suggestioni che non avrebbero sfigurato su uno qualsiasi dei cd di Lars Safsund e Robert Sall.
Disco senza dubbio molto interessante e godibile, l’esordio solista di Thomas Lassar è una buona conferma dell’ottimo intuito dei vertici di Burning Minds, etichetta che, un passo alla volta, si sta affermando come affidabile e di qualità.