Recensione: From the Bottom
I MUD sono un gruppo dalle marcate connotazioni hardcore. Di decennale esperienza, nasce con ‘voglia di suonare e far casino’ (testuali parole citate dalla band stessa). Dopo vari avvicendamenti in formazione, la band trova una certa stabilità e dà vita a quello che è l’esordio discografico “Violence Against Violence”.
Corre l’anno 2011. L’uscita, come da filosofia da strada, esce tramite l’indipendente Audiozero Records. Seguono date on-the-road, sia in Italia, sia in Europa. Arriva pure l’occasione di un tour europeo vero e proprio tra Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca e Germania.
Il nome inizia a girare, sopratutto nell’underground, dove la band sembra riscuotere parecchi consensi. Nel corso di tutto questo fermento, il gruppo non resta improduttivo in studio di registrazione e, nel 2014, viene partorito “From the Bottom”, nuova fatica discografica, ancora una volta, in uscita in forma indipendente.
Dieci brani di potentissimo crossover irrobustito da comparti hardcore di intensa fattura. Una trentina di minuti scarsi di devastazione musicale vera e propria. Dieci brani che trasudano fastidio e ferocia. Gusto e ricerca dell’impatto. Dinamica e attitudine. Ben indendiamoci, non troverete nulla di innovativo e forse questa è l’unica osservazione che si può fare (è sempre bello percepire un movimento della scena verso un qualcosa di non sentito…). Però, ovviamente, la band potrebbe dire: ‘E chi c***o vuole innovare?’
Gusti personali a parte. Questi ragazzi hanno davvero tutto. Sono capaci a trasferire in suono tutte le loro idee, leggibili e percepibili anche da orecchio meno allenato. Accelerazioni si alternano a slanci groovy esplosivi per un risultato ad alti giri. Sfumature ‘panteriane’ qua e là rendono il prodotto sfizioso anche per chi tende ad apprezzare il thrashcore più che l’hardcore. Nulla che abbia però a che fare con il post-thrash. L’imprinting che dà vita a questo lotto di canzoni profuma di asfalto, di locale umido dove band e pubblico se la giocano faccia a faccia. Nessuna fighetteria dietro al sound celato in “From the Bottom”, nessun orpello atto a raffinare un sound che deve arrivare dritto sulla capoccia.
La produzione è perfetta. Tutto è perfettamente amalgamato ed i volumi così calibrati rendono giustizia al corrosivo intento celato nel songwriting. Un bel lavoro svoltosi tra Teramo (SapoHome Recording Studio) e Massachusetts (New Alliance East Mastering Studio). Quello che si chiama un lavoro ben fatto!
Non credo si possa chiedere di più ad una band dedita al metal oggigiorno. Ripartire dall’attitudine e dalla costruzione di una musica identificabile per personalità, è l’unico modo che ci resta per garantire sopravvivenza ad un genere. I MUD hanno centrato appieno l’obiettivo. Una delle più interessanti realtà italiane sentite nel corso di questo anno. Speriamo sia solo l’inizio. Avanti così!
Nicola Furlan
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