Recensione: From The Depths Of Time
Quand’ero piccolo mi piacevano i Judas Priest.
Riassumerei in questa frase lo spirito di quest’album di heavy-power melodico banale e stucchevole che, eccezion fatta per un paio di brani, può essere definito come assolutamente inutile nonostante alcuni nomi eccellenti compaiano nei credits.
Al primo ascolto salta all’orecchio un’eccessiva patinatura del sound generale e la forte dose di effettistica unita a suoni poco definiti mi fa pensare che dovevano esserci non poche magagne di esecuzione da camuffare, e se così era ci sono riusciti abbastanza bene, anche se qua e là qualche “verza” affiora ancora con evidenza.
Se il power contemporaneo soffre di un appiattimento cerebrale ed artistico mai visto prima, questo disco degli Avian ne é alfiere a pieno titolo. La sensazione di deja-vue permea ogni traccia dell’album, é tutto alquanto scontato e il desiderio di essere sorpresi non viene mai appagato. Le composizioni sono confuse e raffazzonate, mancano linee vocali trascinanti e pagherei per ricordami un solo ritornello dopo diversi ascolti.
Armonicamente siamo su livelli dilettantistici, morire che ci fosse un cambio armonico che andasse oltre l’abusata terza minore. I riff di chitarra vorrebbero evocare i sopra menzionati Judas Priest o i Dio dei primi due album ma niente da fare, nonostante siano vent’anni che queste cose vengono replicate gli Avian non riescono a farle proprie, e questa mancanza di personalità persevera in tutte le quattordici tracce che compongono il platter. L’esecuzione vocale non é malaccio, anzi, fra tutto é forse l’unica cosa che si salva anche se non si discosta più di tanto dalla piena sufficienza. Gli altri strumenti offrono la propria performance in modo decoroso, senza gloria e senza infamia, anche se con qualche perdonabile imperfezione.
I suoni sono abbastanza impastati e del concetto di produzione non se ne vede l’ombra. La grafica é graziosa e, seppur minimamente, innalza un po’ il valore di questo platter.
Ok, gli Avian ci hanno provato, ma come si diceva una volta: riprova, sarai più fortunato.
Tracklist:
1) Through The Past and Into Forever (Instrumental)
2) As The World Burns
3) Black Masquerade
4) The Fear
5) Final Frontier
6) Across The Millions (Instrumental)
7) Time And Space Part I: City of Peace
8) Single Blade of Vengeance
9) Two Sides Collide
10) Blinding Force
11) Time Is All We Need
12) Queen of the Insane
13) Last Moon (Instrumental)
14) The Depths of Time