Recensione: Frontiers
Sembra che i Journey, nei primi anni ottanta, avessero stipulato un patto con il diavolo.
Questa ironica ma significativa espressione nasce spontaneamente subito dopo l’ascolto del presente capolavoro, denominato semplicemente, ma in modo significativo, ‘Frontiers‘.
Se, infatti, ‘Escape‘ è da considerarsi come uno dei più grandi album AOR della storia, quest’opera è, appunto, una chiave d’accesso che ci accompagna sino alle frontiere di una dimensione sconosciuta ai più, che racchiude i segreti preziosi e fondamentali per la composizione di un lavoro pressoché perfetto. Se ‘Don’t Stop Believin’ era la punta di diamante dell’illustre predecessore, in questo caso è ‘Separate Ways (Worlds Apart)’ la stella più luminosa, con quelle tastiere che creano un’atmosfera quasi spaziale che sembra provenire da altri mondi, quel suo incedere trascinante e quel ritornello coinvolgente che ormai fa parte della storia del rock.
Il quintetto americano si dimostra poi ancora il padrone incontrastato delle ballad: ‘Send Her My Love’, ‘After The Fall’, ‘Faithfully’e ‘Trouble Child’, sono episodi che lasciano letteralmente senza fiato per la quantità impressionante di emozioni che riescono ad evocare nell’animo dell’ascoltatore. Le tastiere dell’ispirato Jonathan Cain disegnano melodie sognanti ed appassionate, in grado anche di far commuovere per il romanticismo ed il sentimentalismo espresso, soprattutto nelle già citate ‘Faithfully’ e ‘After The Fall’, a tratti davvero toccanti.
Che dire poi del sempre più stupefacente Steve Perry, singer che con la voce e la grandiosa capacità d’interpretazione, riusciva a donare alle canzoni quel qualcosa in più che le rendevano magiche (e uniche).
Gli episodi più energici del disco sono altrettanto sensazionali e di caratura assai elevata: l’arrembante ‘Chain Reaction’, l’avvincente ‘Edge Of The Blade’, la travolgente ‘Back Talk’, la coinvolgente ‘Rubicon’ e la futuristica ‘Frontiers’, sono tutti pezzi che riescono con successo nel plasmare un perfetto connubio di ritmi elettrici e d’impatto, atmosfere fantascientifiche (ascoltare la title-track per credere) e melodie trascinanti, tanto ricercate quanto facilmente apprendibili.
La chitarra di Neal Schon riesce al solito a ritagliarsi il suo spazio in modo più che degno, nonostante siano le tastiere di Cain a dominare la scena, sfoderando ancora riffs di classe e di eleganza sopraffina, che contribuiscono ad accrescere il già inestimabile valore dell’opera.
Così, a soli due anni di distanza dal loro primo capolavoro, i Journey riuscirono a ripetersi, sfoderando una prova ai limiti della perfezione e regalando ai tanti fans e all’intero mondo della musica un’altra pietra miliare di hard rock raffinato e armonioso, collocabile di diritto fra gli album più importanti e rappresentativi del genere (e non solo).
L’assenza di questo gioiello dalla vostra collezione non può essere tollerata.
Obbligatorio !
Luca “El Pata” Corsi
Tracklist:
01. Separate Ways (Worlds Apart)
02. Send Her My Love
03. Chain Reaction
04. After The Fall
05. Faithfully
06. Edge Of The Blade
07. Trouble Child
08. Back Talk
09. Frontiers
10. Rubicon
Line Up:
Steve Perry – Voce
Neal Schon – Chitarra / Back. Voc.
Ross Valory – Basso / Back. Voc.
Jonathan Cain – Tastiere / Chitarra / Back. Voc.
Steve Smith – Batteria