Recensione: Frozen

Di Emilio Sonno - 11 Gennaio 2003 - 0:00
Frozen
Band: Crowhead
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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65

“There’s a point when a man breaks down / I am the victim in a haunted town / My hand is shaking, the ring is gone / A voice is singing a children song / I am dead but i’m breathing / I’ve got a pulse but i’m far away from life / My heart is black, my soul is dry / I cut my selves but i don’t know why” …una citazione da una loro stessa canzone che di per se la dice lunga sul conto di questi Crowhead, ma iniziamo con calma dal principio.

C’era una volta una “cult” band norvegese chiamata Shadow Dancers che col suo gothic metal era riuscita a venir fuori dall’anonimato grazie ad un discreto appoggio del pubblico, poi però un brutto giorno per ragioni non meglio precisate calò il sipario e lo split fu inevitabile. Gli allora bassista e chitarrista, rispettivamente Jo-Inge Slangsvold e Øyvind “Rym” Trinborg non si persero d’animo (espressione forse poco appropriata per dei dark metallers!) e diedero vita e forma al progetto in questione che pesca idee dal loro passato per svilupparle secondo una diversa concezione, meno d’impatto e molto più darkeggiante, intrecciandola al tempo stesso con le contaminazioni più disparate. La neo-nata My Kingdom Music sembra nutrire molta fiducia in loro tanto da averli letteralmente strappati alla concorrenza offrendo ai due giovani norvegesi la possibilità di pubblicare il loro primo full lenght: un debutto nel debutto! Per la produzione vengono affiancati da altri due musicisti, entrambi ex membri degli Apoptygma Berzerk: Fredrik “Rico” Darum alle prese con chitarre e sintetizzatori e Ted “Superdead” Skogman alla batteria; quest’ultimo già noto per aver lavorato alla produzione dei Theatre of Tragedy e di diversi altri artisti. Ecco quindi, dopo sette mesi di lavorazione, il frutto delle loro fatiche: un platter che parte bene con My Angel, una traccia violenta e nel contempo incredibilmente depressiva, fredda, distaccata e con ritmi vibranti che illudono l’ascoltatore facendogli credere di trovarsi di fronte ad un gruppo che ha come principale riferimento gli oscuri Type 0 Negative; ma basta poco per far crollare questo castello di sabbia perchè se è vero che la triste voce sovrapposta a riffing stoppati da l’idea di atmosfere dark gothic familiari alla band di Brooklyn, andando avanti l’album prende una piega assai diversa: lentamente si passa a brani sempre più miti tanto da ricordare, come per l’eterea Eternity e la bellissima Love Letter, addirittura gli Anathema più prog di Judgement ammiccando però molto al commerciale. Vocalmente e musicalmente diverse sono le caratteristiche in comune con i Tiamat, unite a melodie pop-wave che riportano a gruppi come Depeche Mode e New Order. Giunti ad oltre metà del lotto di canzoni il cd subisce una catarsi e l’elettronica che finora era rimasta sorniona in un angolo senza mai giocare un ruolo fondamentale, si risveglia all’improvviso e inizia a spadroneggiare rischiando in numerose occasioni di avvicinarsi in maniera troppo pericolosa alla musica dance. Pur essendo un genere per il quale francamente non stravedo devo ammettere che si tratta di un buon gruppo, che sa fare il suo mestiere discretamente e risulta gradevole a chi ama queste sonorità. Veramente profonda e malinconica la voce di Jo-I spesso fredda e distaccata, ma anche terribilmente calda nei punti giusti, riesce con abilità a sedurre l’ascoltatore con un cantato molto dark-wave style. L’opera nel suo complesso non lascia indifferenti dato che sono molti gli spunti pregevoli come in Fire Eye, masterpiece indiscusso, dove il singer si cimenta in performance semi-growl alternate ad incantevoli clean vocal. Tuttavia il disco vuole essere un pò troppo alternativo e ne paga le debite conseguenze con una scarsa coerenza, dall’elettro-pop al dark, dal gothic alla new wave, non sempre gradita che il più delle volte si traduce paradossalmente in monotonia. Adatto ai gothic club.

1. My Angel
2. Mad Man
3. Eternity (Drums of Death)
4. Intro
5. Fire Eye (Kill You)
6. Love Letter
7. Frozen (2002)
8. My Angel (Signal Krem Remix)
9. The Soul Is In The Dark Side (pt. 1)
10. The Soul Is In The Dark Side (pt. 2)
11. Outro

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