Recensione: Fuck Humanity
I super-prolifici Debauchery (nove full-length in dodici anni!) non smettono di stupire. Stavolta non per i testi volutamente sopra le righe, il wargame futuristico Warhammer 40.000 – fonte d’ispirazione, l’atteggiamento eccessivo in tutto e per tutto, e l’attitudine à la Manowar, tutta muscoli e sudore.
Stupiscono perché, dopo la mediocrità di “Kings Of Carnage” (2013), tirano fuori un album, “Fuck Humanity”, davvero tosto, tutto di un pezzo; esemplificativo al massimo di chi siano Mr. Debauchery e i suoi tre compagni d’avventura dai roboanti war-name. Che è bene ricordare (Mr. Kill, Mr. Blood e Mr. Death) poiché si tratta degli ennesimi musicisti che si trovano a gravitare attorno alla carismatica figura di Thomas “Mr. Debauchery” Gurrath. Certo, la responsabilità del songwriting grava interamente sul Nostro, ma è altrettanto certo che un minimo di apporto personale ciascun componente lo porta con sé, nella band.
Da considerare, inoltre, che avere avuto dietro alla consolle di registrazione un tecnico come Dennis Ward (Krokus, Unisonic), può aver contribuito a mettere a fuoco con maggior precisione ciò che in precedenza era troppo distante. Cioè, un suono assolutamente professionale, ideale per mettere in risalto lo stile del quartetto teutonico, finalmente bilanciato nella misura opportuna fra death metal e rock’n’roll (‘death’n’roll’). Finalmente spostato con decisione verso il death. Finalmente personale e riconoscibile al primo ascolto.
E chiaro che non si rinuncia alla parte hard rock, tipica di questa miscela apparentemente antitetica nei suoi ingredienti, come per esempio si può verificare in “King Of The Killing Zone”. Una fetta del sound indispensabile per connotare ciascuna canzone di una identità ben definita, soprattutto per dotarle di ritornelli ovviamente lontani dall’orecchiabilità ma ben più interessati e vari rispetto a quelli in uso abitualmente al death metal (“Gorezilla”).
Una fetta sempre in secondo piano, tuttavia, rispetto alla devastante aggressività del death, tipo “Zombie Extermination Crusader”, raffigurabile come un terribile mazzata chiodata sullo stomaco. Oppure la title-track, “Fuck Humanity”, ove l’eccellente ugola di Mr. Debauchery, fantastica nella sua vena di follia che s’impasta con lo stentoreo growling alimentato dai polmoni, fa da… condottiera nella battaglia contro il genere umano, ritenuto indegno di calpestare e corrompere con il suo marciume un pianeta meraviglioso come la Terra. Quindi, da combattere (“Ironclad Declaration Of War”, brano da spezzare le vertebre cervicali per… ‘troppo headbanging’). Fantastico, sempre in “Fuck Humanity”, anche il riffing, travolgente nelle sezioni delle strofe e nei ponti. Un sicuro must che dal vivo mieterà vittime su vittime (musicalmente parlando).
“Fuck Humanity”, alla resa dei conti, appare un’opera che, a monte, ha avuto una gestazione felice. Tutto ciò che si configurava come dote negativa dei Debauchery, nei lavori precedenti, pare essersi trasformata in prerogativa positiva. Tanto è vero che l’opera di lascia ascoltare con piacere e non annoia.
Anzi.
Daniele “dani66” D’Adamo