Recensione: Fuck Off
Maurizio Bidoli, romano, classe 1959, detto “Angus” si meriterebbe le tutele che si applicano alle specie protette. Uomo tutto d’un pezzo, con un “bel” (si fa per dire…) “666” tatuato sul bacino, ha dedicato – e continua imperterrito – la sua esistenza all’heavy metal. Quello ruvido, in your face, poco incline al compromesso, in pieno stile Motorhead. La testimonianza tangibile è rappresentata dalle due manciate di album realizzati con i suoi Fingernails, senza contare l’infinità di raccolte e live della stessa band. Un’avventura iniziata nel lontano 1981 e conclusasi nel 2021, con qualche fermo temporaneo lungo un cammino denso di soddisfazioni e qualche delusione che ha lasciato pure un paio di dolorose croci dietro di sé, mi riferisco alla dipartita del batterista Riccardo “Duracell” Lipparini avvenuta nel 1990 e quella più recente del bassista Marco “Bomber” Santoni, del 2021.
Bidoli, archetipo del metallaro SPQR e per estensione anche nazionale, con alle spalle anche un paio di pubblicazioni cartacee a suo nome – Con le Borchie nel Cervello e Il Successo di un Insuccesso, non è certo tipo da restare con le mani in mano, dopo la chiusura del capitolo Fingernails, quantomeno in termini di uscite discografiche, e infatti se ne esce con un bel Fuck Off urlato al cielo sotto forma di Cd, licenziato sul mercato dalla Metal Zone Italia di Gianfranco Belisario. Copertina del “Vaffa” a cura di Dario Calì.
Un digipak accompagnato da un libretto di otto pagine contenente tutti i testi, un po’ di foto di Bidoli e una dichiarazione che non lascia spazio all’immaginazione:
Fuck Off è la vena anarchica di Angus Bidoli dopo la fine decretata alle produzioni inedite per i Fingernails dopo 40 anni di carriera. Il leader storico ha così preso la decisione di produrre questo album di inediti ed eseguire le tracce in perfetta solitudine suonando tutti gli strumenti compresa la drum machine doppiando le parti ritmiche. Dedica particolare ai suoi due compagni di avventure Ricki Duracell e Bomber Santoni: senza il loro apporto stilistico nulla di tutto questo sarebbe potuto accadere
Nove pezzi per trentatré minuti di musica, secondo l’usuale formula, inalterata da sempre: heavy fucking metal sporco e veloce accompagnato dalla voce scartavetrata di Maurizio totalmente devoto ai Motorhead. Pezzi in italiano – “Qualcuno Nessuno”, per lo scriba l’highlight di Fuck Off e “Eroi”, la traccia numero 5 – si alternano ad altri in lingua inglese. Particolarmente riuscita l’intima “You’ll Never Collapse Again” e la marziale, rock’n’rolleggiante “Cold Metal”, posta in chiusura. Il resto è all’insegna della coerenza, come da premesse sopraccitate, Lemmy docet.
Fuck Off: niente di nuovo sul fronte occidentale, se non l’usuale dose di musica sferragliante targata Bidoli, a garanzia di una fede inscalfibile e incrollabile.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Qui la più recente intervista a Maurizio Bidoli sulle pagine di Truemetal.
Le precedenti a questi link:
intervista del 2008
intervista del 2014