Recensione: Fuck You All!!!!
Sulla scia dei nuovi lavori di Darkthrone e Satyricon, ritornano sulla scena
i Carpathian Forest, confermando il trend gia anticipato dalle due band
sopraccitate con un ritorno a suonare nella maniera più semplice e grezza
possibile, distaccandosi dal modo canonico di intendere il black metal,
dando vita a a un disco che echeggia dannatamente old-school, rock’n roll, thrash,
il tutto con un’attitudine scanzonata prossima al punk.
Ovviamente la matrice del sound dei norvegesi è ben impressa in queste dieci
tracce che compongono Fuck You All!!!!, il quinto album di Nattefrost e soci, in
cui si registra una virata netta verso le influenze extra black metal che hanno
caratterizzato tutta la produzione dei Carpathian Forest. Quindi maggior spazio
alla componente rock rispetto a quella black, un piglio più thrashy a tutto il
disco -che suona diretto e potente- e una semplificazione della struttura dei
brani che rende l’ascolto molto facile e “spensierato”. Ebbene sì,
Fuck You
All!!!! è il classico disco che va ascoltato con lo
stereo a tutto volume, con l’intenzione di ascoltare qualcosa per il puro gusto
di svagarsi, provocando reazioni nell’ascoltatore ben lontane da
quello che, per me, dovrebbe comportare l’ascolto di un disco di questo genere.
Certo, i nostri sanno ancora come tirare fuori riff gelidi e taglienti, vedi
le prime due Vi Apner Porten Til Helvete e The Frostbitten Woodlands of Norway,
esempi perfetti di quello che i migliori Carpathian Forest riescono a fare nel 2006. Tra
frangenti cadenzati e ipnotici, si incastrano spunti punk/hard rock e tipiche
sfuriate in blast beat che rimandano alla memoria le migliori produzioni della
band. Salvo poi presentare una serie di brani tutti ben confezionati in cui lo
spirito “leggero” del disco salta fuori in tutta la sua forza come Submit to
Satan!!! o Diabolism (The Seed and the Sower), praticamente due thrash song con
voce black. Uno sguardo al passato senza badare
troppo alla forma, relegando le tastiere a brevissimi e quasi impercettibili passaggi in sottofondo e mettendo insieme un paio di riff trascinanti e buona energia. Non che questo sia
un male, anzi, visto che Fuck You All!!!! si lascia ascoltare
abbastanza volentieri,
snocciolando brani che non passeranno certo alla storia ma che hanno un feeling
accattivante, come il riff iniziale (pervaso da un lontano sentore blues) di Everyday I Must Suffer,
brano che vede la partecipazione di
Nordavind, o l’ottava The
First Cut is the Deepest, dove il basso ritorna in primo piano, ricordando
(alla lontanissima) il
capolavoro Black Shining Leather.
Un disco che parla chiaro, schietto, che si attesta su discreti livelli senza
però la capacità di poter resistere a lungo nella memoria. Fuck You All!!!!
incarna perfettamente ciò che il titolo vuole trasmettere, cioè suonare
liberamente la propria musica fregandosene di tutto e di tutti. Da musicisti di
tale esperienza era lecito aspettarsi molto di più, profilando l’immagine di una
band ormai in evidente (e irreversibile?) declino che però riesce ancora a parare in qualche modo i
colpi del tempo. Mi viene da chiedere quanto ancora potranno continuare.
Stefano Risso
Tracklist:
- Vi Apner Porten Til Helvete
- The Frostbitten Woodlands of Norway
- Start Up the Incinerator (Here Comes Another Useless Fool)
- Submit to Satan!!!
- Diabolism (The Seed and the Sower)
- Dypfryst / Dette Er Mit Helvete
- Everyday I Must Suffer
- The First Cut is the Deepest
- Evil Egocentrical Existencialism
- Shut Up, There is No Excuse to Live