Recensione: Fuckin’ God Cult
Ancora ferocia dagli albori! Ascoltare questo “Fuckin’ God Cult” significa proiettare la memoria a metà anni novanta, quando la scena norvegese porgeva ai fan del black metal il piatto più gelido che il menù del tempo potesse offrire. Quella musica cruda s’è evoluta nel corso degli anni, dando un’immagine sempre più elaborata di se e, sposandosi con altri orientamenti artistici, s’è rigenerata ed evoluta di continuo fino a raggiungere picchi di qualità inaspettata la cui chiave di lettura si discosta significativamente da quella primigenia. Ma qualcuno è ancora legato a quel modus componendi che tanto aiuta ad esprimere aggressività e cattiveria. Una di queste realtà sono i Lapis Niger, band romana contornata da un’aurea oscura come il significato del moniker.
Il Lapis Niger è infatti un sito archeologico romano in cui si ipotizza possa esser stata eretta la tomba di Romolo e quindi vi siano presenti i resti. Assassino del fratello Remo nonché fondatore, legislatore e sacerdote, dai tempi della storia, tale mito trascina con sé un’aura di malvagità e ferocia. Quindi: qual miglior spunto per accollarsi tal nomea?
Ecco che il terzetto si mette all’opera. Nato nel 2003, dopo due anni autoproduce l’esordio di carriera “New Order of Chaos”. Ne passano altri cinque e arriva l’occasione del contratto con l’attenta etichetta Slava Satan Records che si prende carico della pubblicazione di questo “Fuckin’ God Cult”. Ciò che ascolterete è molto vicino ai Gorgoroth di “Antichrist”. Un raw black dal riffing semplice, spesso lanciato a velocità di blast, privo d’ogni orpello compositivo, scandisce il susseguirsi dei pezzi. Il tutto intervallato da alcuni momenti più distesi, arpeggiati e distorti, che contribuiscono con fermezza a ricreare atmosfere cupe e ossessive. Non manca nemmeno l’attitudine thrash da cui lo stesso black prese precedentemente ispirazione. Sono infatti parecchi i tratti ritmici che riportano alla mente l’elementare forma canzone delle prime produzioni del genere ovvero quanto prodotto dai primissimi Venom piuttosto che Celtic Frost.
Nulla di nuovo quindi, ma l’attitudine di Zrohell e compagni non è per nulla trascurabile. Questo equilibrio thrash-black costituisce di fatto il tema base di “Fuckin’ God Cult” che, contraddistinto da a una produzione minimale e da suoni ferali, accosta, di fatto, questo secondo studio album alle intransigenti correnti ‘true’ che ancora guardano con occhio di rispetto al glorioso passato norvegese. Un passato che sembra deciso a far sentire ancora la propria infernale presenza, ancora una volta, anche qui in Italia.
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Nicola Furlan
Tracklist:
01. Vastatio Incipit
02. Lex Talionis
03. Fuckin’ god Cult
04. Signum Quartum
05. The Dirty Cross
06. Days Of Eclipse
07. Human Sunset
08. Omega
09. Visum Vastitatis
Formazione:
Zrohell: voce e chitarra
Quirinus: basso
Triarius (A.W.A.K.): batteria