Recensione: Full Circle

Di Fabio Vellata - 16 Dicembre 2008 - 0:00
Full Circle
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Genere:
Anno: 2007
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68


Uscito ormai un anno e mezzo fa, “Full Circle”, terza prova sulla lunga distanza degli americani Drowning Pool, aveva destato qualche interesse non solo tra gli accaniti sostenitori di suoni “nuovi” e modernamente alternativi ma, accogliendo suggestioni post grunge e soprattutto più tipicamente hard rock, era riuscito a maturare qualche motivo d’interesse anche tra la pletora d’appassionati più tradizionali e radicati ai vecchi stilemi.

Significativo, oltre che per tale aspetto, anche per essere stata la prima release incisa con il contributo di Ryan McCombs (ex Soil), ”Full Circe” può essere descritto in maniera molto semplice e diretta.
Un discreto album di modern rock, composto da una manciata di brani accettabili, con qualche passaggio a vuoto, ed un unico ed assoluto capolavoro.

Nulla di eclatante dunque, nulla di fondamentale o sensazionale.
Molti “muscoli” però, ed una ricerca melodica abbondantemente più affine a sfumature non troppo lontane da realtà importanti dell’heavy nordamericano quali Black Label Society (in virtù anche di una impostazione vocale a cavallo tra Wylde e Layne Staley degli Alice In Chains) e Stuck Mojo, epurato tuttavia, dalla gran parte delle divagazioni “core” ben presenti sino a poco prima.
L’ottimo mestiere dei tre membri originari, Pierce, Benton e Luce, sodali sin dal 1996, anno di fondazione, ricuce dunque un legame con radici sudiste che sembravano perdute (giova ricordare la provenienza texana del quartetto), proponendo suoni robusti, atmosfere plumbee ed accordi potenti, in un complesso che generalmente predilige ritornelli d’impatto e chitarre infuocate, ed in cui il southern alcolico, riesce un po’ ad amalgamarsi con solido hard n’heavy e qualche sfumatura alternative.

Il risultato è un pugno di brani gradevole e da ascoltare ad alto volume, che presenta picchi qualitativi, concentrati soprattutto nella prima parte del disco, identificabili in episodi come l’accoppiata “Reborn” e “Reason I’m Alive”, piuttosto che nella martellante “Upside Down” e nella torrida “Enemy”, senza dimenticare le atmosfere darkeggianti della visionaria “No More”, canzone in cui il fantasma del compianto Layne Staley aleggia con particolare insistenza.
Un unico capolavoro si diceva. Il pezzo clou dell’intero cd, infatti, non può essere identificato altrimenti che nella splendida “37 Stiches”, traccia dalla potenza emotiva gigantesca e di straordinaria forza immaginifica, giocata su atmosfere cupe e decadenti dal taglio moderno e pressoché cinematografico.

Pollice verso invece per le banali “Soldiers”, primo singolo e personale dedica del gruppo a tutti i soldati della US Army, “Upside Down” e per la conclusiva “Rebel Yell”, cover del celeberrimo successo di Billy Idol, ingiustamente maltrattato e davvero poco riuscito.

Gli appassionati avranno già provveduto a tempo debito naturalmente, tuttavia, giova appuntare un’unica considerazione finale.
Ben lungi dall’essere etichettabili come un semplice gruppo Nu Metal di scarso profilo, i Drowning Pool con “Full Circe”, sono stati in grado di evolvere il proprio sound, arricchendolo di componenti maggiormente genuine, capaci di fornire loro un più tangibile spessore artistico.
Se vi dovesse capitare tra le mani quindi, non storcete il naso e non fuggite schifati, lasciando libera almeno una piccolissima possibilità.

Chissà mai che le distorsioni della chitarra di C.J. Pierce e la rinnovata grinta “heavy” del combo texano, possano alla fine risultarvi gradite almeno un po’.

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Tracklist:

01. Full Circle
02. Enemy
03. Shame
04. Reborn
05. Reason I’m Alive
06. Soldiers
07. Paralyzed
08. Upside Down
09. 37 Stitches
10. No More
11. Love X2
12. Duet
13. Rebel Yell”

Line Up:

Ryan McCombs – Voce
C.J. Pierce – Chitarra
Stevie Benton – Basso
Mike Luce – Batteria
 

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