Recensione: Full HD
Recentemente mi sono imbattuto nell’interessante opera prima del gruppo Thrash Metal spagnolo Retador, intitolata, semplicemente, “Retador”. Dopo aver ascoltato e recensito il disco ho riflettuto molto sulla mia padronanza della scena Hard‘n’Heavy proveniente dalla Spagna. Lo ammetto, Vostro Onore: la mia conoscenza del Metal iberico non è mai andata molto oltre ai cosiddetti ‘grandi nomi’ come Tierra Santa o Heroes del Silencio. Talvolta mi è capitato di ascoltare con piacere gruppi Heavy come Mägo de Oz e Obùs, affiancandoli alla ben più cupa produzione dei deathsters Avulsed, ma ahimè mi tocca confessare che, per quanto riguarda il Thrash Metal, le cose non migliorano molto. Prometto solennemente di rimediare: 25 anni fa, senza Internet né piattaforme di streaming, certe lacune potevano essere comprensibili; nel 2023 sono quasi imperdonabili. L’ultimo disco Thrash Metal spagnolo che ho ascoltato prima dei succitati Retador, per amor di cronaca, è stato l’ultimo, ottimo lavoro degli Angelus Apatrida, uscito addirittura nel 2021….ebbene, gli unici altri thrashers spagnoli a cui mi sono avvicinato negli ultimi anni sono proprio i Crisix, il cui ultimo “Full HD”, uscito nel mese di aprile 2022, mi trovo a recensire con colpevole ritardo. Come si suol dire, meglio tardi che mai, soprattutto quando i dischi che mi trovo ad ascoltare si rivelano divertenti e gradevoli. Ovviamente, prima di dedicarmi a “Full HD”, ho provveduto a recuperare la discografia del combo catalano ripercorrendone volentieri la carriera. Il percorso dei Crisix, inutile tirarla tanto per le lunghe, è indiscutibilmente positivo sin dal primo, squisito “The Menace” del 2011. La band continua imperterrita a proporre un indiavolato Thrash Metal chiaramente influenzato da Testament, Death Angel, Nuclear Assault, Anthrax e compagnia bella. Il legame con il Thrash made in U.S.A., oltretutto, è stato apertamente dimostrato dagli stessi Crisix, che nel 2019 hanno dato alle stampe “Crisix Sessions #1: American Thrash”. Come suggerito dal titolo, il disco è dedicato interamente al Thrash a stelle e strisce: i brani che lo compongono sono cover di classici intramontabili di alcuni fra i più grandi gruppi statunitensi appartenenti al genere. Ne cito tre, scelti a caso: “Chalice of Blood” dei Forbidden, “Toxic Waltz” degli Exodus, “Imitation of Life” degli Anthrax. Niente Metallica, niente Slayer né Megadeth: i Crisix optano per una selezione di gruppi validissimi e generalmente meno inflazionati, eccezion fatta forse per gli Anthrax. D’altro canto, il tradizionale atteggiamento impertinente e quella ‘x’ al fondo del monicker Crisix devono pur arrivare da qualche parte…una delle caratteristiche principali nello stile dei Nostri, infatti, è una dichiarata tendenza all’irriverenza e allo scherzo, spesso presente anche nelle opere degli Anthrax. Ben venga, ogni tanto, qualcuno che rinunci a prendersi sul serio e che dia alla luce lavori spensierati come “The Pizza E.P.”, pubblicato nel 2021 e degna introduzione a “Full HD”.
Il titolo dell’ultimo album, volendo essere precisi, dovrebbe essere letto ‘Full Hate (odio) Definition’, come ci suggerisce la cattivissima canzone a cui è stato affidato il compito di portare il nome del disco. Nella title track il cantante Juliàn Baz elenca una gran quantità di cose che odia, in un testo che potrebbe tranquillamente essere stato scritto dagli Exploited o dagli storici alfieri del Crossover Thrash Wehrmacht: aspettatevi una divertente sequela di bersagli, tra i quali spiccano i Beatles, Babbo Natale, parecchi controversi personaggi politici…e i Crisix stessi, in una rara esibizione di autoironia che sembra fatta apposta per coinvolgere gli ascoltatori e strappar loro un sorriso. Ad essere sinceri non mancano i tentativi di dare al disco una piega più matura, come succede ad esempio leggendo i testi di “The Many Licit Paths”, “Beast” e “Speak Your Truth”, però tracce come la devastante “W.N.M United”, “John was Born for Metal” e soprattutto “Macarena Mosh” ci confermano, fortunatamente, che i Crisix non hanno alcuna intenzione di abbandonare quella sottile linea rossa di balordaggine che li ha sempre contraddistinti. A tal proposito è bene ricordare i folli videoclip che accompagnano due delle succitate canzoni, in particolare quello di “W.N.M United”: nei primi secondi del video Chuck Billy dei Testament affida un’importantissima missione ad una sorta di alieno/zombi scheletrico. Il thrasher intergalattico è impegnato ad ascoltare musica e bere birra mentre fa manovra con la sua astronave, uno shuttle che sembra uscito dallo stesso concessionario responsabile di aver venduto il camper a Stella Solitaria di Balle Spaziali. La missione ricevuta da Chuck Billy è semplice: trovare molti thrashers perché il mondo ne ha bisogno…ed ecco spiegato il titolo del brano. L’acronimo W.N.M., infatti, sta per ‘World Needs Mosh’, espressione traducibile cosi: ‘il mondo ha bisogno di pogo’. Inutile dirlo, il cantante dei Testament ha assolutamente ragione! Il metallaro spaziale si lancia subito verso il Pianeta Terra e si trova ad avere l’imbarazzo della scelta, tanto da riuscire ad individuare in pochissimo tempo moltissimi cantanti in ogni punto del globo. Molte parti del testo, a questo punto, vengono affidate alle ugole di John Kevill dei Warbringer, Pedro Arcanjo dei brasiliani Violator, Guillermo Izquierdo dei paesani Angelus Apatrida e molti altri.
Il medesimo protagonista, inoltre, fa bella mostra di sé nell’ancora più goliardico videoclip di “Macarena Mosh”, su cui non mi dilungherò particolarmente. Se non vi è sufficiente il titolo andate a gustarvi il video: il brano non è poi così male, nonostante le basse aspettative che un titolo simile inevitabilmente porta con sè. Piccola precisazione: in “The Pizza E.P.” compare già una canzone intitolata “World Needs Mosh”, che altro non è se non la versione embrionale del medesimo brano che ritroviamo, opportunamente ‘pompato’ e infarcito di collaborazioni, in “Full HD”. “W.N.M United” è senza dubbio uno dei momenti più alti dell’intero album; è facile immaginare l’esplosione di viuuulenza sotto al palco dei Crisix quando l’urlo MOSH! dà ufficialmente il via al massacro. A dirla tutta, anche la traccia posta subito prima di “W.N.M United” rischia di produrre il medesimo effetto. Il brano s’intitola “Shōnen Fist” ed è dedicato ad una particolare categoria di manga giapponesi, definita appunto shōnen. Sono parte integrante di questa categoria fumetti arcinoti come, tanto per fare qualche esempio, Bleach, One Piece, Naruto e soprattutto Dragon Ball. Perché mettere così in risalto Dragon Ball? Semplice: l’accelerazione in up-tempo di “Shōnen Fist” viene introdotta dall’urlo kamehameha, il nome di una proverbiale tecnica di combattimento usata principalmente da Goku, protagonista del manga. Dragon Ball deve piacere molto ai Crisix, tanto da essere già stato evocato in un paio di occasioni dal combo catalano. Il Lettore curioso a questo punto farà bene a recuperare il secondo album del gruppo, “Rise…Then Rest” del 2013: troverà la canzone “Frieza the Tyrant”, dedicata ad uno dei più iconici nemici di Goku. Facendo un salto in avanti di 5 anni, invece, s’imbatterà nel penultimo disco dei Crisix, “Against the Odds”, in cui potrà ascoltare “Prince of Saiyans”: il brano fa riferimento alla genia aliena di cui fa parte Goku, la cosiddetta ‘razza’ dei Saiyan. I molti riferimenti ai manga, inoltre, non sono gli unici legami con il mondo della cultura ‘extra-musicale’. Si può ben dire come la band spagnola sia maestra d’interdisciplinarietà, considerando i molti rimandi al cinema e alla letteratura fantastica disseminati in gran parte degli album prodotti finora. E’ possibile rintracciare nel repertorio dei Crisix, ad esempio, canzoni che traggono ispirazione dal favoloso film L’armata delle Tenebre, dalla serie cinematografica di Alien e infine dalla serie Fantasy Il Trono di Spade: ai Lettori curiosi il compito di scovare questi e altri riferimenti.
Fumetti, Thrash Metal tiratissimo, Horror, Fantascienza, voglia di non prendersi sul serio…ai Crisix non manca praticamente niente. Non mancano nemmeno le tracce meno convincenti, che in “Full HD” fondamentalmente si riducono ad una sola. “Extreme Fire Hazard”, secondo brano della lista, non brilla per particolari intuizioni e non aggiunge né toglie nulla alla storia del Thrash o alla carriera dei Crisix. Il peso specifico di questa canzone è pressoché nullo: considerando la buona qualità di tutto il resto il giudizio finale su “Full HD” può soltanto concretizzarsi in un bel pollice all’insù. Non ci troviamo fra le dita un lavoro capace di riscrivere la storia del Thrash Metal old-school, ci mancherebbe, ma in fin dei conti chi ne ha davvero bisogno? Fino a quando i dischi Thrash saranno così piacevoli e fracassoni, come giustamente ci ricordano i Crisix, l’unica cosa che ci serve è questa: un po’ di sano MOSH! Buon ascolto!