Recensione: Full Tilt Overdrive

Di Fabio Vellata - 12 Ottobre 2024 - 8:00
Full Tilt Overdrive
80

Il dodicesimo album in studio degli ultra veterani House of Lords è utile per scoprire, ancora una volta, l’eccellenza di una band che partita tanti anni fa, è diventata un caposaldo classico dell’hard rock melodico.
Senza correre a disturbare i fulminanti esordi, rappresentati da tre album leggendari, possiamo con buona sicurezza affermare che la band di James Christian ha subito un processo d’invecchiamento assolutamente dignitoso.
Ed il nuovo “Full Tilt Overdrive” ne è una buona dimostrazione.
Tirato, dalla ruvidità insospettabile a tratti persino moderno. Il nuovo cd degli House of Lords è una piacevole sorpresa: chitarre in primo piano per un hard rock torrenziale che non va disperdere le doti melodiche che hanno pieno domicilio nel DNA della band.
Un buon bilanciamento tra idee orecchiabili ed energia che dona una rinnovata freschezza al sound del gruppo, sorretto dalla personalità di tre musicisti di livello stellare. Lo stesso James Christian, accompagnato dalla chitarra totalizzante di Jim Bell e dalla classe tastieristica del leggendario Mark Mangold.

Senza strafare, lo stile HoL è ben riconoscibile ed i risultati garantiscono la riuscita di un album che può essere considerato il migliore dai tempi di “Cartesian Dreams”.
Songwriting solido, ascoltabilità garantita ed una scorrevolezza che permette di scivolare in scioltezza lungo una scaletta con pochi punti deboli. Ci sono momenti decisi come le iniziali “Crowded Room” e “Bad Karma” o la selvaggia title track, passaggi dal sapore sudista (“Taking the Fall“) e giravolte fatte da un godibilissimo melodic rock alla vecchia maniera (“Cry of the Wicked”, “You’re Cursed” e “Still Believe”).
Non manca la magia tradizionale di un paio di situazioni più notturne e d’atmosfera (“State of Emergency” e “Don’t Wanna Say Goodbye”). E pure qualche spunto di imprevista modernità come la mefitica ed incalzante “Not The Enemy”, traccia che unisce suoni molto attuali ad un ritornello 100% House of Lords.
La conclusiva “Castles High” chiude con grande stile un disco che, francamente, non ci aspettavamo potesse essere così convincente.

Le ultime prove in studio di James Christian e degli House of Lords avevano dato l’impressione di vivacchiare, ancorché piuttosto bene, sui fasti di un nome glorioso che tuttavia viveva di rendita senza andare oltre una piacevole routine.
Full Tilt Overdrive” ridona sprint e freschezza ad un gruppo blasonato, lasciando intendere come la storia degli House of Lords sia ancora lontana dalla parola fine.

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