Recensione: Funeral Devastation
La Pordenone Mosh che aveva già dato alla luce i Mercy of Devil torna a partorire dal proprio ventre una nuova sanguinaria creatura votata al black/thrash più marcio e intransigente. Il neonato risponde al nome di Esequie e appoggia sulle menti musicali di Craine e Mik, rispettivamente chitarra/voce e batteria, già fondatori del progetto nel 2005.
Come fu per i cugini guidati dal mai domo Cavalli, anche questa volta ci troviamo di fronte a una cover sacrilega pronta a perforare e ferire il sentimento religioso e morale di quelli che vengono etichettati come “perbenisti”. Questo è un thrash che vuole giocare con cognizione il suo ruolo di ribaltamento dei valori sociali, come ai tempi d’oro del genere, e lo fa bene.
Musicalmente l’impatto non è da meno, e si sviluppa attraverso cinque brani diretti e sinistri, veloci e costituiti da un turbinio di riff zanzarosi, talvolta dissonanti, sempre assestati sulle coordinate del thrash più estremo, andando a parare volentieri a quella frangia della tradizione black metal figlia di Venom, Protector e Sodom. Le linee vocali – forse tenute un attimo troppo basse, inglobate in un martellamento strumentale che più di una volta rischia di fagocitarle – presentano spunti ottimi, seppur si sviluppino in maniera molto semplice, restando ben aderenti ai canoni del genere – come del resto fanno anche i brani. Infine, un applauso sezione ritmica della band, serratissima e “piena”, che eccelle proprio dove solitamente le giovani band difettano.
Se pensiamo alla giovanissima età dei membri di questa band, e se pensiamo che questo disco è stato registrato in una vera e propria soffitta, in presa diretta, senza l’ausilio di alcun tecnico, allora c’è davvero da battere le mani a questo prodotto, sperando in una crescita, in primo luogo della band, e poi di un movimento genuino e senza scrupoli che si sta scavando un posto di rilievo nel panorama nazionale.
Tracklist:
1. Epidemy
2. DDD (Death Destiny Division)
3. 4 Minutes Before Eternity
4. In Decemberside of Life
5. Killed in a Dream
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini