Recensione: Further Lo

Di Alessandro Di Clemente - 9 Dicembre 2003 - 0:00
Further Lo
Band: Further Lo
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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65

Band americana nata nel 2001 a Columbus nell’ Ohio, I Further Lo si cimentano in un thrash che deve molto a bands come Anthrax, Nevermore, Iced Earth, ecc…
Il loro non è un thrash di chiara derivazione Bay Area, più che altro è un crossover, nel senso più ampio del termine: si avvertono molte influenze, le più disparate. In pratica troviamo un thrash moderno, sulla falsa riga dei Machine Head di Burn My Eyes, influenzato da quel fenomeno post grunge caro a bands del calibro di Alice In Chains e Godsmack. Si avvertono anche influenze di power americano: Iced Earth, Armored Saints. Questo è il punto di forza della band: una varietà di idee mai circoscrivibili in un genere preciso. Ma è anche il loro punto debole: nelle composizioni non vi è mai uno sbocco, un’apertura melodica o furiosa che dia la spinta alle canzoni, che rimangono sempre compatte, mastodontiche, molto groovy, forse troppo.
Appena inserito il cd nel lettore ho avvertito un flash-back, mi sono ricordato di quando ascoltai per la prima volta ‘Stomp 442’: una grandissima band, musicisti mostruosi, un cantante da brividi (John Bush al quale il nostro bun Aaron Werner si ispira); purtroppo la musica non era all’altezza della band.
E questo accade anche nei Further Lo: Aaron Werner (voce, tastiere, samples & programming), Donnie Davis (chitarra solista, chitarra slide, cori e tastiere), Randy Reynolds (chitarra ritmica e cori), Sean Miller (basso e cori) e Turk Elliott (batteria) sono dei musicisti preparati, una voce a metà strada tra John Bush e Warrel Dane (pur non possedendo il carisma e le trovate geniali di entrambi i singers), due chitarristi abbastanza tecnici e massicci nello sfornare riffs di chiara matrice thrash/core e a sprazzi power americano, una sezione ritmica portentosa che trasmette molto bene il groove delle composizioni, eppure… eppure le canzoni non decollano. Credo che il problema principale dei nostri, oltre ad avere una vena compositiva non eccelsa, più che decente ma mai sopra le righe, sia il fatto che tentano di non essere mai catalogabili, mai scontati, a tutti i costi…questo fattore pregiudica la linearità, la scorrevolezza delle canzoni, riffs che si rincorrono l’ un l’altro alla ricerca della soluzione finale che tenti di far spiccare il volo alla composizione ma che purtroppo portano all’agonia della stessa, in un vortice claustrofobico di noia.
Infatti personalmente ho apprezzato la quarta traccia “The Actor” proprio in virtù del fatto che i nostri Further Lo si sono lasciati andare a riffs più ariosi, forse più scontati, più banalmente power, ma sicuramente più avvincenti, alternati a partiture trita-orecchi care ai Nevermore.
In definitiva i nostri superano di poco la sufficienza per le loro doti strumentistiche (comunque non è un gruppo di novellini), per il coraggio di sperimentare soluzioni poco collaudate, perchè comunque il cd si lascia ascoltare. Ma non vanno oltre…di gruppi come i Nevermore non ne escono a bizzeffe, ci sarà un motivo?

Track List:

1.   I Bleed
2.   Attachment Theory
3.   Awake
4.   The Actor
5.   Fanatic
6.   Untitled (As I Burn)
7.   The Past
8.   Pissed Off
9.   No Vacancy
10. Eraser
11. The Actor (Demo Version)
12. I Bleed (Demo Version)

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Anno: 2003
65