Recensione: Galar
Non siamo soliti recensire demo di band straniere ma, visto che il materiale in questione mostra spunti davvero interessanti e che il demo è disponibile per il download gratuito qui, faremo uno strappo alla regola per questo duo norvegese di Bergen.
Duo che in realtà è praticamente una one-man-band dato che Slagmark si occupa di tuttò cioè che concerne la parte musicale e vocale (tranne che per le tastiere affidate al session Are B. Lauritzen), mentre l’altro membro della band, Smaug (il celebre drago de “Lo Hobbit” di Tolkien), si limita a comporre le lyrics. Il progetto porta il nome di Galar, e, neanche a dirlo, affonda le radici nella mitologia scandinava. Galar è uno dei due nani (l’altro era il fratello Fjalar) che uccisero Kvasir e, mischiando il sangue dello sconfitto con del miele, diedero origine all’idromele capace di ispirare i poeti.
Messa da parte la mitologia e la letteratura veniamo ai tre pezzi che compongono questo demo. Tre brani la cui natura è definibile come un’interessante forma di amalgama tra il viking primordiale di scuola Enslaved e frangenti melodici, presenti soprattutto nelle chitarre di Slagmarkens Fallende Sjeler e in misura minore in Ragnarok. Le linee vocali, profonde e cupe, riportano al cantato di act come i Summoning, mentre i pochi refrain in clean vocals possono rimandare a una concezione simile a quanto udito in alcuni ritornelli degli Storm. Ma veniamo al riff che apre Dødsmyr, al finale di pianoforte della stessa seconda traccia, al connubio riff/ritmiche serrate sparse per tutto il demo, al gusto per una musica evocativa e malinconica, per il cambio sempre ben concepito e gestito tra clean e grim vocals… ovvero a quanto diversi aspetti di questo demo richiamino le gesta dei sommi Ulver del divino Bergtatt.
Un viking assai vicino al black metal e lontano dalla pomposa epicità di Thyrfing e compagnia, una proposta che ha forse l’unica pecca in alcuni frangenti di batteria, in cui la drum-machine diventa troppo palese (come nello stacco presente nella prima parte di Dødsmyr). Pecca facilmente rimediabile sostituendo al pc una buona dose di legni e pelli.
Buon equilibrio strumentale, riff che pagano dazio alla scuola norvegese ma che risultano il più delle volte azzeccati, linee vocali convincenti e ritmiche semplici ma mai stancanti… i Galar sono decisamente un prospetto interessante.
Tracklist:
1. Slagmarkens fallende sjeler (Le anime che cadono sul campo di battaglia)
2. Dødsmyr (Palude della morte)
3. Ragnarok
Contatti: kristiansen.marius@gmail.com
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini