Recensione: Garden Of Chaos
Parlare di artisti come Rob Rock è sempre un piacere.
Una carriera ventennale di assoluto valore, l’approccio tra i più vincenti, un’ottima voce e la massima coerenza espressa nel corso degli anni, fanno del singer statunitense uno dei più rispettati e apprezzati esponenti dell’heavy rock melodico, sentimenti questi, solitamente accresciuti dalla realizzazione di album notevoli (quando non eccellenti), sempre costruiti su tre elementi cardine ed imprescindibili: melodia, potenza e varietà.
”Garden Of Chaos” segue a distanza di poco più di due anni l’ottimo e fortunato ”Holy Hell” (platter unanimemente apprezzato sia dalla critica, sia dagli ascoltatori), cercando di bissarne il successo e la qualità di songwriting, fondato su di un’intelaiatura di solido e rovente heavy metal e corroborato da importanti dosi di buon gusto melodico, fattore questo, in grado di rendere il disco godibile e scorrevole senza pericoli di monotonia e stucchevolezza.
Propositi senza dubbio encomiabili ma soprattutto insidiosi, se rapportati all’illustre predecessore, che, tuttavia, come raramente accaduto, vengono soddisfatti e portati a compimento grazie ad un album nuovamente, solido e “robusto”, arricchito (come nelle intenzioni del singer), da una dose ancora maggiore di assortimento stilistico e verve melodica e dal livello qualitativo omogeneamente rivolto verso picchi elevati.
Il sodalizio con il bravo chitarrista e mastermind dei Narnia, CarlJohan Grimmark, sembra dare così il via ad una seconda giovinezza artistica per l’ex singer di Impellitteri e Axel Rudi Pel, giunto con questo a quella che può essere considerata una delle vette assolute in carriera, e sempre più destinato a spingersi in alto nelle preferenze degli appassionati del genere.
Praticamente assenti fillers ed attimi di stanca, il cd si sostiene in primo luogo su di un nucleo di brani d’elite che, come in una sorta di operazione militare, hanno il compito di aprire il varco verso il favore degli ascoltatori, accalappiandone l’attenzione al primissimo passaggio ed invogliando così al reiterato ascolto.
“Garden Of Chaos”, “Savior’s Call”, “Only A Matter Of Time” e “Spirit In The Sky” sono, per tali motivi, da additarsi quali pezzi forti della scaletta, per via di una sapiente miscela di hooklines dalla efficace orecchiabilità, parti strumentali ed assoli di prim’ordine ed interpretazione vocale decisamente al di sopra delle righe, a tratti paragonabile (“Spirit In The Sky”) all’intensità drammatica raggiunta dal leggendario Bruce Dickinson.
Come in ogni formazione “d’assalto” che si rispetti, c’è poi bisogno anche di chi si assuma il compito di mostrare i muscoli, portando in dote caratteristiche di vigore e robustezza.
E’ questo il caso di “Metal Breed”, “Millenial Reign” e “Satan’s Playground”, principali indiziate al ruolo di tracks “spezzacollo”, grazie all’esplosiva mistura di heavy neoclassico ed esuberanza thrash sparata a mille all’ora, in una significativa espressione di potenza e velocità.
Singolare invece il profilo di “This Time Is The Last Time”, canzone dall’incedere ora sornione ora drammatico, è il classico esempio di brano difficile ma accattivante, eretto su di una melodia ipnotica e pronta ad avvolgere nelle proprie spire senza possibilità di scampo.
Tempo infine anche per un po’ d’introspezione e romanticismo, con le conclusive “Unconditional” e “Ode To Alexander”, episodi dai contorni acustici di assoluta poesia ed eleganza che, specie nel secondo caso, rivelano, una volta per tutte, la bravura interpretativa di un ottimo cantante come Rob Rock, a proprio agio in situazioni movimentate e dinamiche, così come in attimi di magica ed incantata quiete.
Ottimo esempio di melodic-heavy moderno e vincente, ”Garen Of Chaos” si propone dunque come un più che degno successore del pluridecorato ”Holy Hell”, riprendendone lo stile ed enfatizzandone, se possibile, le doti di maggiore efficacia.
Grande conferma dunque, ed ulteriore centro pieno per il bravo Rob Rock, un artista di grande talento che, con umiltà e buon gusto, sta progressivamente conquistando, dopo una lunga militanza, i giusti e meritati consensi.
Concludendo, la bio allegata al cd cita: “Il risultato parla da solo, “Garden Of Chaos” è un album di grande attrattiva per ogni amante del genere Heavy Power di prima classe”.
Alla luce di quanto ascoltato, impossibile darle torto!
Tracklist :
01. Garden Of Chaos
02. Satan’s Playground
03. Savior’s Call
04. This Time Is The Last Time
05. Only A Matter Of Time
06. Spirit In The Sky
07. Metal Breed
08. Millenial Reign
09. Unconditional
10. Ode To Alexander
Line Up:
Rob Rock – Voce
CJ Grimmark – Chitarra
Andreas Olsson – Basso
Andreas Johansson – Batteria