Recensione: Gardens of Grief
Primo EP per la storica formazione ormai sciolta autrice dello strepitoso “Slaughter Of The Soul”, l’ultimo disco prodotto prima dello scioglimento. Sentendo questo disco, è difficile dire che questi sono gli At The Gates, specialmente per chi conosce solo il sopracitato masterpiece. Le ritmiche sono molto più lente, le parti vocali estremamente basse e inquetanti e i suoni estremamente dark e violenti. Un disco che mette paura mentre lo si ascolta, insomma. La prima delle quattro tracce, Souls of the Evil Departed, inizia con una brevissima intro per poi passare a una voce malata nel background che da il via alle danze. Riffs ultra lenti e pesanti permeano questa traccia, insieme a brevi stacchi e a melodie molto oscure e apocalittiche. Altra intro, più lunga stavolta, per la seconda traccia, At The Gates, in cui il singer fa una voce più esasperata, a tratti quasi screaming. Sempre comunque riff da manuale, degni di una colonna sonora da film horror. La successiva All Life Ends ha una breve intro recitata, per poi diventare un brano molto lento ma molto cattivo, capace di qualche accelerazione nei ritmi. Ultima traccia, forse la migliore, City of Screaming Statues, solita intro malata, con un assoletto brevissimo, e ritmiche leggermente più veloci, in sostanza il pezzo somma tutto il sentito prima. Si sentono benissimo influenze gothic in tutto il disco. Per concludere questa recensione posso dire che l’album piacerà ai fan del metal più cupo e oscuro, ma non del tutto privo di melodia e feeling. Arrivederci metallers!