Recensione: Gateway to the Abyss

Di Roberto Castellucci - 13 Agosto 2024 - 10:00
Gateway to the Abyss
Band: Hierophant
Etichetta: Dusktone
Genere: Black  Death 
Anno: 2024
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
69

Non sono mai stato un grande campanilista, musicalmente parlando. Un album che mi piace entrerà prima o poi a far parte della mia collezione di antidiluviani CD, a prescindere dalla nazionalità di coloro che lo hanno scritto, suonato e prodotto. Provo comunque una certa soddisfazione quando mi imbatto nelle testimonianze vive e pulsanti dell’apprezzamento riservato alle band italiane quando si muovono al di fuori dei nostri confini. Nell’estate del 2002, ad esempio, feci una breve sosta a Itzehoe, bella cittadina tedesca vicina al ben più noto ‘paesino’ di Wacken. In attesa che una navetta mi caricasse per portarmi sul sacro suolo del festival Wacken Open Air mi trovai con un po’ di tempo da ammazzare. Decisi di esplorare la città e mi imbattei in un grande negozio di musica specializzato in Metal e affini. Rimasi particolarmente colpito dal più grande striscione pubblicitario appeso all’interno del negozio: l’illustrazione sullo striscione riproduceva la copertina di “Power of the Dragonflame” dei nostrani Rhapsody, con tanto di nome della band scritto a caratteri cubitali. Ho provato una sensazione simile nel momento in cui mi sono avvicinato al disco degli emiliani Hierophant oggetto di questo articolo, “Gateway to the Abyss”. Si tratta infatti di un live album, il primo del suo genere presentato dal gruppo, che tramanda ai posteri la prestazione di prim’ordine che gli Hierophant hanno regalato al pubblico dell’Hellfest nel 2023. La tracklist raccoglie esclusivamente brani contenuti in “Death Siege”, ultima fatica in studio data alla luce dagli Hierophant nel 2022 e licenziata sotto l’egida della Season of Mist.

Tanto in “Death Siege” quanto in “Gateway to the Abyss” è inutile cercare reminiscenze delle sonorità Hardcore/Sludge originariamente prodotte dal gruppo: si tratta di un passato a cui si può tranquillamente risalire andando a ripescare dischi come “Great Mother: Holy Monster” del 2013 o “Peste” del 2014. Gli Hierophant odierni hanno felicemente portato a termine un percorso di transizione artistica che li ha condotti al loro attuale stile musicale: un Blackened Death Metal ferale, maligno e oscuro che si riflette anche nell’estetica del gruppo, molto vicina, tanto per fare un esempio, a quella dei ‘compagni d’efferatezze’ Belphegor. Efferatezza, effettivamente, è proprio il termine giusto quando si parla di “Gateway to the Abyss”: la violenza sonora scatenata sul pubblico dell’Hellfest non ha nulla da invidiare a quella che potrebbero produrre gruppi ben più conosciuti e blasonati. L’impatto delle canzoni sarà stato impietoso e, immagino, graditissimo da parte dei presenti, sballottati tra inquietanti basi preregistrate e brani tiratissimi capaci di togliere a chiunque il respiro e la pace. Senza dubbio, comunque sia, chi cerca pace e tranquillità dovrebbe stare lontano da dischi di questo genere! La performance di tutti i musicisti appare di ottimo livello, con una menzione particolare per Federico Leone, già batterista dei The Modern Age Slavery e accreditato dietro alle pelli in questo album dal vivo. Non si percepiscono sbavature né incertezze: la precisione dei musicisti fa da contraltare alla rusticità nella produzione sonora, grezza e ruvida quanto basta per dare un’ulteriore pennellata di malvagità al quadro musicale tratteggiato con grande brutalità dagli Hierophant. Purtroppo sappiamo che la registrazione delle canzoni del disco è stata effettuata dal vivo soltanto grazie alle parole del cantante Lorenzo Gulminelli, che a più riprese incita e saluta gli astanti. Dal pubblico non si sentono urla, applausi né fischi, come se il vociare dei molti presenti fosse stato in qualche maniera ‘dimenticato’ dai supporti usati per registrare le tracce.

I video del concerto rintracciabili online mostrano parecchie persone davanti al palco, il che rende difficile pensare ad un uditorio raccolto in un (anti)religioso silenzio. Questo aspetto rende decisamente più disumanizzante il prodotto finito ma allo stesso tempo toglie un po’ di profondità all’esperienza di ascolto: la presenza di qualche strepito in più da parte del pubblico avrebbe contribuito ad alzare parecchio l’asticella del coinvolgimento da parte dell’ascoltatore. Una gran parte del fascino esercitato dai live album è proprio quella che potremmo definire ‘componente narrativa’: chi non era presente all’evento, grazie all’ascolto delle registrazioni effettuate dal vivo, può sospendere per un attimo la sua incredulità e immaginare se stesso in mezzo al pit o direttamente sotto alle transenne. Tirando le somme si può serenamente affermare come i nostri Hierophant abbiano portato a casa un buon risultato, consegnando a tutti gli interessati un grosso carico di fragorosa rabbia, odio e nichilismo. Che si può volere di più in un’estate torrida come quella che stiamo vivendo? Spalanchiamo anche noi le porte dell’Abisso e…buon ascolto a tutti!

Seguite gli Hierophant su Facebook: cliccate qui.

Gateway to the Abyss” su Bandcamp: https://dusktone.bandcamp.com/album/gateway-to-the-abyss

Sito web della Dusktone: qui il collegamento.

Ultimi album di Hierophant

Band: Hierophant
Genere: Black 
Anno: 2022
70
Band: Hierophant
Genere: Death 
Anno: 2016
75