Recensione: Generation X
Sorpresa: «Meraviglia, stupore provocato da un fatto inaspettato, inconsueto» (Hoepli).
Non potrebbe essere più azzeccato di così un sinonimo per dipingere “Generation X”, il secondo album di lunga durata degli ellenici Crystal Tears.
Creatura del batterista Chrisafis Tantanozis, il gruppo calpesta le scene sin dal 1997, anno da cui ha iniziato una proficua attività live dimostrando una genuina dedizione alla propria musica. Musica dal pungente odore di heavy tradizionale, mitica creatura che ha perso molta della propria fecondità nel passaggio dal secondo al terzo millennio. La naturale evoluzione dell’invisibile arte, unitamente alla nascita di nuovi sotto-generi, ha lentamente impoverito il palcoscenico frequentato dalle band dedite al primigenio, metallico stile. Tanto che, superficialmente, si accosta anzi si confonde l’heavy con il power, due distinte e autonome maniere di domare la potenza della strumentazione elettrica. Con che decretando, quasi automaticamente, la fine di quel magico cammino iniziato a cavallo del 1980. Tantanozis e compagni, invece, dimostrano con una semplicità disarmante che le cassandre che hanno previsto tale funerea dipartita hanno errato, e anche di molto.
Siccome la filosofia alla base del progetto Crystal Tears consiste in una completa fedeltà alla linea tracciata da Iron Maiden & Co., inutile aspettarsi che gli stilemi fondamentali dettati da questi trent’anni fa siano stravolti. Certo, l’abile produzione di R.D. Liapakis (Mystic Prophecy, Suicidal Angels, Orden Ogan, Eldritch …) regala al platter un sound dal taglio moderno, professionale e del tutto in linea con i tempi (“In The Beginning”). Il groove, però, è dannatamente e inequivocabilmente di quello tosto, di quello che ha vitaminizzato la crescita di almeno due generazioni di rocker.
Chitarre dal suono potente che cesellano riff anthemici a profusione, passando dagli slow-tempo agli up-tempo e rifinendo il guitarwork con furibondi soli laceranti, pregni di melodia sino a scoppiare. Rutilante sezione ritmica, dalla durezza pari a quella del granito e, ultimo ma non ultimo, un cantante che fora il sipario. Ian Parry (Vengeance, Elegy, Infinity Overture, Hammerhead, André Andersen, guest in Ayreon …) è, a parere di chi vi scrive, un clamoroso esempio di come debba essere un vocalist che si cimenta con l’heavy. Timbrica non omologata, estensione vocale quasi illimitata, profondità e sentimento dei toni, calore a 1000 °F e tanta intensità interpretativa. Queste, in sintesi, le peculiarità di Parry, capace di disegnare le linee vocali in modo da rendere gradevole ogni passaggio di ciascuna canzone: le strofe, i ritornelli e gli altri tasselli sono resi sì da essere sempre interessanti e mai noiosi. Anche dopo ripetuti ascolti. Anzi, più si aumentano i passaggi, più le melodie s’inchiodano nella nostra scatola cranica!
Preso atto della bravura dei musicisti e dell’ottima qualità costruttiva del full-length (sotto tutti i punti di vista), non rimane che concentrarsi sulle canzoni. E qui i Nostri colpiscono davvero il segno. Pur spaziando all’interno di più cadenze, comprese fra la ballata (“Crystal Tears”), l’headbangin’-song (“Flesh ‘N’ Bone”) e la speed-song (“Predators”), il marchio di fabbrica del quartetto fa sempre capolino nel viaggio da “Inner Spirit” a “The X Generation”. Brani che difficilmente faranno stancare l’ascoltatore, distraendolo di continuo con chorus travolgenti, cori possenti e soli da pelle d’oca in quantità.
“Generation X” è un disco per tutti: sia per coloro che sono cresciuti a pane e Saxon, sia per coloro che vogliono assaporare l’heavy così come mamma l’ha fatto.
Una sorpresa, appunto.
Daniele “dani66” D’Adamo
DDiscutine sul forum nel topic relativo!
Track-list:
1. Inner Spirit 4:41
2. Heroes 3:35
3. Nightmare Serenade 4:56
4. Empty Paradise 4:24
5. Crystal Tears 4:01
6. In The Beginning 4:06
7. Rock Until We Fall 4:27
8. Predators 3:39
9. Flesh ‘N’ Bone 4:45
10. The X Generation 3:36
Line-up:
Ian Parry – Vocals
Dimitris Goutziamanis – Guitar
Stratos Dionisopoulos – Bass
Chrisafis Tantanozis – Drums