Recensione: Get On Your Knees
La storia dei Nasty Whores, band che sin dal nome lascia intendere ruvide e lascive “deviazioni” stradaiole, inizia non molto tempo fa, esattamente sul finire del 2009, quando il chitarrista Trixy TH ed il bassista Bobby Big Show, decidono di porre le basi di quello che ha da sempre rappresentato il loro sogno: la creazione di una hard rock band.
Trascorsi i mesi successivi alla ricerca dei membri adatti a completare la line up, identificati nel carismatico singer e chitarrista Duke Q e nel solido batterista Rob Rolex, il proposito ha potuto avverarsi giusto un anno dopo.
Il progetto tanto desiderato ora finalmente pronto, poteva essere così testato da una lunga e probante attività live, buona per macinare chilometri, farsi conoscere ed alimentare le necessarie dosi d’esperienza da condensare nella release del primo demo – ovviamente autoprodotto – uscito proprio poche settimane fa ed intitolato “Get On Your Knees”.
Una biografia effettivamente da manuale per il quartetto, italianissimo a dispetto di nomi “americaneggianti”, che di certo non sorprende o presenta elementi diversi dalla più classica delle storie alla base della nascita di una band underground.
Quando però le cose iniziano a divenire serie, l’essere dei semplici dilettanti arricchiti da grande passione per la musica non basta più. Occorrono anche il talento e la capacità di impostare il “lavoro” in un modo quanto possibile, professionale e ben organizzato.
Ed è qui che i Nasty Whores da Macerata, dimostrano di avere qualcosina in più rispetto a tante altre band di belle speranze attive in giro per la penisola ed oltre.
Impeccabili a partire dalla confezione del loro primo EP, realizzato con buona cura ed attenzione per i particolari, i quattro musicisti dimostrano di possedere, oltre alla grinta fondamentale per cimentarsi in un genere acceso come il rock selvaggio di radice statunitense, anche discrete dosi di vero e proprio talento nello studiare riff di chitarra accesi ed adrenalinici, miscelati in una formula che richiama non solo l’indomito ed impetuoso hard d’oltreoceano, ma pure certo heavy di derivazione classicamente anni ottanta, ben riconoscibile nella struttura dei pezzi e nelle vocals del frontman Duke Q.
Quattro soli brani sono di certo un patrimonio ancora scarso per definire le reali potenzialità di un gruppo sin qui del tutto sconosciuto ed in completa evoluzione. Eppure l’ascolto di un pezzo come “Bad Boy”, qualcosa lo lascia davvero intravedere: i suoni sono ruvidi ma ben definiti (come dire: una produzione artigianale ma azzeccata) e le chitarre ruggiscono con veemenza una serie di riff potenti e vitaminici. Le sgommate hard rock, gli assolo fiammeggianti, la massiccia sezione ritmica e la voce – ancora da perfezionare ma comunque efficace – completano una “biker song” che con tutta probabilità può avere effetti devastatori sulle assi di un palco.
Una descrizione che potrebbe calzare benissimo anche per la veloce “Take My Heart”: ritmica a martello che romba incessante per spezzarsi solo nell’eccellente solo di chitarra, ispirato ed espressivo come si usava negli album delle vecchie glorie dei dorati eighties.
Impressioni molto favorevoli insomma, da questi ruspanti giovanotti marchigiani: prospettive di buon livello e qualità che si fanno immediatamente percepire.
In futuro, ci piacerebbe davvero molto ascoltare i Nasty Whores in un full length prodotto in modo professionale, con suoni definiti ancora meglio ed un songwriting filtrato da ulteriori processi di maturazione, in grado di centrare con efficacia anche qualche buona hookline di pronta presa.
I risultati, potrebbero essere sorprendenti.
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Tracklist:
01. Burning In Hell
02. Get On Your Knees
03. Bad Boy
04. Take My Heart
Line Up:
Duke Q – Voce / Chitarra
Trixy TH – Chitarra
Bobby Big Show – Basso
Rob Rolex – Batteria