Recensione: Ghastly Waves & Battered Graves
‘Ghastly Waves & Battered Graves’, secondo album dei tedeschi Vulture, uscito via Metal Blade Records il 7 giugno 2019, è chiaramente un grosso tributo allo Speed/Thrash di metà anni ’80, quello che veniva sparato a zero soprattutto nella regione teutonica.
Questo lo rende un disco, più che altro, per nostalgici, soprattutto per quelli che all’epoca riuscivano a digerire tutto quello che veniva sparato a mille, anche i lavori meno riusciti (il che vuol solo dire che ognuno ha i propri gusti).
Nessuna novità, nessun tentativo di contestualizzare il disco nel periodo attuale, nel quale si apprezzano sempre tanto le sonorità di quell’epoca magica, ma meglio se sono dotate di un tocco personale e, soprattutto, evolutivo.
Voce che urla spaccando le orecchie, batteria forsennata, ritmiche impetuose mischiate ad una melodia richiamante la NWOBHM, soprattutto il modo di duellare tra chitarre, solo suonando alla velocità della luce, questo è il riassunto del lavoro.
Fin qui niente di male, ogni artista è libero di esprimersi come meglio crede e sente e se la vena dei Vulture è quella dobbiamo accettarla. Meglio essere genuini facendo musica, che ormai abbiamo ascoltato in tutte le salse, che non puntare a qualcosa di commercialmente costruito al quale, poi, i fans comunque non credono.
E’ il songwriting il problema. Un disco che richiama così tanto il passato, a parere del sottoscritto, deve esplodere e sapere di fresco per reggere il confronto con i grandi lavori che all’epoca avevano fatto uscire Destruction, Razor, Exciter, Rage ecc., con i quali hanno rischiato di incendiare l’atmosfera; se non è così allora tanto vale che si rispolveri dalla propria discografia ed ascoltare uno qualunque di questi grandi dischi.
L’album tale confronto non lo regge, in molti casi è dispersivo e non penetra nell’anima. Non basta saper urlare forte, essere furiosi, puntare a superare ogni limite di velocità e cambiare i tempi solo per spezzare i ritmi: ci vuole pathos, variabilità ed articolazione correttamente armonizzate. Questi elementi, che erano cardini dello Speed/Thrash anni ’80, in ‘Ghastly Waves & Battered Graves’ si sentono in forma minima ed a volte, quando ci sono, sono annegati in molta confusione. Parole crude che purtroppo esprimono il mio pensiero.
Proprio tutto da buttare comunque non è, ad esempio ‘The Garotte’ ha un buon inizio marziale ed alla potenza affianca delle strofe sinistre; l’interludio cambia il tempo e fa da ingresso alla melodia delle Twin Guitars, anticipatrici di una buona fase solista.
‘Ghastly Waves & Battered Graves’, che da il titolo al platter, ha un ritmo incalzante, cori buoni ed esaltanti ed una sezione strumentale melodica e coinvolgente che spezza un po’ i tempi prima del pregevole scambio di assoli.
‘Dewer’s Hollow’ crea una buona atmosfera maligna, con sezioni cadenzate e pesanti ed una buona accelerazione a circa tre quarti del brano che stravolge il tutto.
Tante buone intenzioni si percepiscono anche nelle restanti tracce, soprattutto durante le sezioni di Twin Guitars; peccato che questo, però, non basti a far decollare il lavoro.
In definitiva ‘Ghastly Waves & Battered Graves’ non passa l’esame, riuscendo ad essere adatto solo per i guerrieri più accaniti ed estremi.
Speriamo, comunque, che i Vulture continuino crescendo, acquisendo esperienza e personalità, visto che qualche pregio c’è l’hanno, solamente, in questo secondo loro album, è stato soffocato, si suppone, dalla troppa voglia di osannare chi li ha influenzati. Non sarebbe la prima volta che ad un album mediocre ne segue uno che spacca. Glielo auguriamo.