Recensione: Give Us Life
Non ci sono dubbi sul valore del Thrash teutonico, soprattutto dell’importanza storica della prima frangia di questa furiosa scena, nata negli anni ‘80.
Sodom, Destruction e Kreator, in primis, e poi Tankard, Assassin, Exumer, Darkness, Paradox … basta fare un giro su internet per essere sepolti da tonnellate di articoli su questo roccioso movimento della nazione germanica.
Ancora oggi, chi suona come loro suona Thrash Tedesco, pur se abita nella punta più estrema dell’Antartide od anche se viene da Marte.
E le band nate in terra alemanna negli ultimi vent’anni? Quelle che possiamo dire di nuova generazione? Ci sono e parecchie di queste sono anche valide, ma di loro, purtroppo, si parla molto meno. Non si tratta di capacità … quelle, forse, sono anche aumentate … è la forza dell’onda che è inferiore, quella che, all’epoca, aveva aggregato i ‘Thrashers’ di tutto il pianeta … la vera globalizzazione …
Se poi aggiungiamo che la maggior parte delle vecchie glorie è ancora più che attiva, diventa parecchio difficile per una band nata dopo mettersi in evidenza (questo non solo per quel che riguarda la Germania).
Per farlo, ce ne sono alcune che cercano sonorità ancora più estreme e malvagie, mentre altre sono orientate a smorzare la carica feroce delle origini, ad avvicinarsi alle melodie più tipiche del Thrash Bay Area ed a sostituire la strafottenza Hardcore con l’epicità dell’Heavy Metal classico.
E’ il voler proporre una novità senza far niente di nuovo, di rendere sofisticato un genere che è grezzo per sua natura. A volte riesce, a volte no. Diciamo che, a parere di chi scrive, in generale escono dei bei dischi, dove però si sente poco quella carica animalesca e luciferina tipica dell’epoca.
‘Give Us Life’, terzo album degli Space Chaser, edito da Metal Blade e disponibile dal 16 luglio 2021, è tra questi.
L’album è un torrente di suoni duri e rocciosi, impetuosi e travolgenti. I ragazzi sanno suonare, questo è fuor di dubbio, e ci sono pezzi veramente granitici.
E’ la voce di Siegfried Rudzynski, un mix tra Bobby ‘Blitz’ e Re Bruce ad essere un po’ un neo. Dovrebbe essere l’elemento di spicco ma rischia l’effetto contrario. Per carità, è bravo e competente, ma il confronto con questi idoli proprio non regge ed, alla fine, questo mette in evidenza più i suoi difetti che i suoi pregi (che non mancano, beninteso). Inoltre porta alla mente gli Overkill in troppe occasioni, soffocando la personalità dei musicisti.
Per il resto ci sono bei riff, velocità smodata e ritmiche compatte e taglienti, epicità, qualche passaggio di stampo maideniano, parecchia tecnica, buoni assoli … un continuo alternarsi tra il Thrash non troppo estremo e l’Heavy Metal più granitico.
Gli Space Chaser tirano alla grande, giocando un po’ sulle varie andature, ma con il piede sempre sull’acceleratore. Ne sono un esempio: la potente ‘Remnants of Technology’, l’esplosiva ‘Cryoshock’, la roboante ‘A.O.A’ e la pestata ‘Burn Them All’.
La velocità sta alla base di tutto; ci sono però anche begli episodi in cui non è protagonista, come nell’energica ‘Juggernaut’, nel lento assolo finale di ‘The Immortals’ e nella marziale Title-Track.
Diciamo che, alla fine, non c’è nulla che non vada in ‘Give Us Life’. Manca però l’elemento distintivo, quello che, quando lo metti sul piatto sai che sono gli Space Chaser dopo pochi giri. Per questo l’album decolla, ma il volo è orizzontale ed a quota non troppo elevata. Piace, ma, confermando quanto detto sopra, manca qualcosa … Pazienza, gli Space Chaser sono comunque da tenere d’occhio.
L’album è stato registrato presso l’Hidden Planet di Berlino, con Jan Oberg. E’ stato prodotto dal chitarrista Leo Schacht e dal batterista Matthias Scheuerer con l’aiuto dello stasso Oberg e masterizzato da Dan Swanö degli Unisound Studios.