Recensione: Give Us The Moon

Di Fabio Vellata - 5 Febbraio 2025 - 8:00
Give Us The Moon
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Avendoli ascoltati sin dall’epoca del loro esordio, avvenuto con il piacevolissimo “Internal Affairs”, il supergruppo dei The Night Flight Orchestra non ha mai rappresentato, personalmente, una grossa sorpresa.
In senso molto positivo, ovviamente.
Sin dal 2012 la ricetta musicale offerta della band guidata da Bjorn Strid (altrimenti conosciuto come il ferocissimo “Speed” dei Soilwork) è risultata brillante. Il perfetto equilibrio tra atmosfere retrò dal sapore tardo anni settanta / primi anni ottanta ed una raffinatezza tecnico – compositiva assolutamente contemporanea.
Un vibe volutamente vintage, svecchiato da un suono definito e pieno in un contrasto che a tratti è riuscito a rendersi entusiasmante. “Amber Galactic” (2017) e “Sometimes The World Ain’t Enough” (2018) sono, senza timori di smentita, dei capolavori di rock melodico scritti con gusto, orecchio e parecchia ruffianeria. Quella che permette ai brani di scivolare sottopelle e rimanere impressi praticamente per sempre.

Una formula che Strid, Forslund e D’Angelo hanno reso vivida grossomodo in tutte le loro uscite, sviluppando il progetto The Night Flight Orchestra da semplice gruppo parallelo nato quale mero diversivo degli inizi, ad autentica priorità. Per la loro carriera. Per la casa discografica. Ed ovviamente, per i fan divenuti via via sempre più numerosi.

A distanza di qualche anno dalla coppia di album gemelli “Aeromantics I” e “II“, i TNFO non ci sorprendono nemmeno questa volta.
E anche in questo caso, in senso molto positivo.
Give Us The Moon”, infatti, riconduce alle nostre orecchie tutte le belle qualità che ci sono piaciute da sempre nella superband nordeuropea. Melodie molto “forti”, quel suono un po’ retrò e parecchio “tastieroso” che avvolge ed inebria. Ed una cura per i suoni, i particolari e le sfumature che rendono le canzoni cromate e scintillanti.
Sembra sempre di sentire una versione vitaminizzata degli ELO e dei Chicago mescolata con l’urgenza di Michael Sembello dell’epoca “Maniac”. Probabilmente la canzone che Strid e soci, potessero tornare indietro nel tempo, scriverebbero volentieri loro stessi.

Non ci sono forse dei capolavori mostruosi come lo erano “Lovers in The Rain”, “Domino” e “Transmissions”, pur tuttavia anche in questo “Give Us the Moon” c’è di che beare le proprie orecchie desiderose di rock melodico fatto divinamente. Pezzi come “Like the Beating of the Heart”, “Miracolous“, “Paloma”, “Cosmic Tide” e la stessa – deliziosa – title track, definiscono i contorni dell’ennesimo centro pieno che andremo avanti ad ascoltare per molto nel corso di questo 2025.

Ogni brano un bel ritornello – elementi fondanti dello stile dei The Night Flight Orchestra. Ad ogni passaggio uno spunto che rende il disco fresco e soprattutto riascoltabile. Un particolare che, da sempre, rende la band di Strid diversa dalle altre.
Proprio quello di saper costruire canzoni che si prestano a “durare” ed a rimanere “addosso” come un buon profumo che lascia una memoria piacevole di se.
Le atmosfere vintage, le ambientazioni da “viaggio”, le sensazioni un po’ romantiche anni ottanta e la bravura di musicisti eccellenti sono la ricetta che sin dal 2012 rendono l’esperienza dei The Night Flight Orchestra un qualcosa di particolare, quasi unico, nel panorama rock attuale.

Non sfigurerebbero nella programmazione di qualsiasi radio ad ampia diffusione. Eppure sono decisamente personali, per nulla soggetti al business e con una personalità davvero precisa, netta e definita che permette di riconoscerli a botta sicura.

Accettiamo volentieri il loro invito anche stavolta e facciamoci portare verso la luna. Il viaggio, sarà, come al solito, ricco di soddisfazioni e grande musica.

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Genere: AOR 
Anno: 2020
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