Recensione: Glory Thy Name
Nati dalla collaborazione del polistrumentista e compositore finnico Jani Stefanovic e dal singer dei Narnia Christian Rivel, i DivineFire si affacciano al mercato mondiale con questa loro prima release intitolata Glory Thy Name. Le prime considerazioni spettano sicuramente al sound proposto dal trio scandinavo (il basso di Andreas Olsson completa la line-up), una specie di cristallo prezioso ricco di mille riflessi. L’impostazione è chiaramente power metallara, ma il tutto viene avvolto da una splendida livrea sinfonica che spesso non risulta convenzionalmente “allegrotta”, ma si avvinghia attorno a strutture apocalittiche, a mio parere uno dei veri punti di forza di questo lavoro. Le ritmiche peraltro sono veramente massacranti e giocano spesso e volentieri su tempi sostenuti, fra doppia cassa lanciata e trituranti alternanze in pieno death-style. E in questo senso anche il guitar work è tagliente, ma al contempo possente e crea un perfetto wall of sound in grado di reggere la scena in ogni frangente, da quelli più tecnici a quelli più sontuosi e orcherstrali. Inoltre la voce di Rivel si sposa alla perfezione al contesto generale, risultando sempre ben amalgamata e offrendo all’ascoltatore un notevole feeling. A completare la scena ci pensano poi sezioni corali davvero maestose, che aumentano ancor più il tasso qualitativo dell’album. La produzione è di ottima caratura e, nonostante ad un primo contatto possa sembrare un filo troppo “caotica”, soprattutto nelle fattezze non proprio cristalline del drumming, enfatizza nel modo corretto la “pomposità” del sound voluto dai DivineFire.
I brani a dire il vero non sono molti, e su 9 titoli presenti, se escludiamo intro e outro (peraltro splendidamente epiche e coinvolgenti), solo 7 risultano essere tracks complete. Partendo dai pezzi che meno mi hanno convinto, citerei subito “Out Of The Darkness” e la lunghissima “The Spirit“. La prima è rocciosa e cadenzata, ma priva di mordente e non presenta linee vocali in grado di attirare la mia attenzione, mentre la seconda è la classica suite finale che dovrebbe dimostrare una certa maturità di songwriting, ma che in questo caso alterna momenti piuttosto intensi ad altri decisamente noiosi, mancando di fluidità e compattezza e dando l’impressione che nel giro di 5 minuti ce la saremmo “sbrigata” tranquillamente senza bisogno di ricorrere a tutta questa prolissità. In un crescendo qualitativo menzionerei a questo punto il lentone “Pay It Forward“, dai tratti decisamente mastodontici e malinconici, discreto episodio utile a rompere per qualche istante il clima vorticoso del cd, per poi gettarmi a testa bassa in due ottime songs quali “The Sign” e il singolo “The World’s On Fire“, di cui è presente anche un gustoso video. “The Sign” gioca abilmente fra la gravosità di strofe oscure e riflessive e le accelerazioni brucianti a livello del melodicissimo chorus, solare e liberatorio. “The World’s On Fire” viaggia invece su coordinate decisamente più dure, senza per questo rallentare la sua corsa ed anzi salendo d’intensità proprio nel refrain, che seguendo i dettami del testo esprime tutta la sua carica di rabbia in un fatalismo senza ritorno. Ma le vere perle del disco sono a mio parere le restanti “Never Surrender” e “Live My Life For You“, due autentiche mazzate power-speed, sinfoniche e maestose, magistrali nel loro perfetto connubio fra cori di portata titanica e ritmiche indiavolate, la prima condita da una solo centrale pirotecnico e da un finale roboante, la seconda introdotta da un attacco di strabiliante potenza. A voi il piacere di scoprirle in tutto il loro splendore.
Da sottolineare come durante tutta la durata dell’album non si abbia mai l’impressione del “già sentito” e che, nonostante siano evidenti alcuni riferimenti importanti (Rhapsody in primis), in fondo il sound dei DivineFire sia veramente personale. Credo che questo songwriting così ricco e poliedrico possa avere ancora parecchi margini di crescita e sviluppo, consegnandoci nel prossimo futuro una band che potrebbe diventare un vero punto di riferimento. Infine mi sento di premiare anche la scelta della cover, raffinata nel design e nelle combinazioni cromatiche, e del book, semplice ma chiaro.
Tracklist:
1. From Death To Life
2. The World´s On Fire
3. Never Surrender
4. The Sign
5. Out Of The Darkness
6. Pay It Forward
7. Live My Life For You
8. The Spirit
9. The Way To Eternity