Recensione: Go
I Fair Warning sono una band straordinaria, probabilmente per quanto riguarda certo hard melodico la migliore che l’ Europa abbia mai prodotto.
Questo verdetto potrebbe riassumere in maniera sintetica la carriera di questi cinque tedeschi che negli anni ’90 hanno saputo far sfoggio
di grande classe pubblicando un un paio di full-length da consegnare ai posteri.
Il loro recente ritorno in grande stile è il pretesto per ricordare ai lettori l’esistenza di una gemma di inestimabile valore qual è “Go”, terzo album della discografia che vide la luce nel 1997 e che al tempo fu una grande sorpresa, in grado di concentrare sui cinque l’attenzione della stampa, già interessatasi a Tommy Heart e soci dopo due album di assoluto valore.
“I tedeschi che vogliono fare gli americani”. Vecchia storia…
Uno slogan e una dichiarazione d’intenti che spesso generava ibridi qualitativamente incerti e che davano luogo agli inevitabili e sempre antipatici paragoni con “gli originali” sfidati nel loro terreno preferito.
La band di Hannover ha invece letteralmente sbaragliato la concorrenza andando ad imporsi nel gioco preferito delle band d’oltreoceano: l’hard rock melodico e impregnato di grandi emozionalità e dai chorus di grande effetto, ma con la verve e il temperamento a fare la differenza.
Bissato il disco d’oro dell’uscita precedentem grazie anche a singoli molto immediati come Angels Of Heaven e Save Me rispettivamente prima e seconda song
nella tracklist dell’album, il gruppo ci confeziona un prodotto che molti considerano il top della loro discografia insieme all’altrettanto fenomenale debutto del 1991 promosso dal tour di supporto di spalla ai Giant.
In bilico tra un hard intenso e granitico e ariose melodie dal flavour romantico che sconfinano nel’AOR più celebrato degli anni ’80, il valore aggiunto è senza dubbio la caratteristica voce di Tommy Heart. L’ ex V2, leader del gruppo, è in grado di colorare e interpretare i brani in maniera assolutamente personale e mai banale: melodico e aggressivo, passionale e istintivo.
Tredici canzoni di grande livello e dal grande impatto emotivo per un album entrato nella storia dell’ AOR di lusso e più in generale dell’hard rock.
Impossibile non farsi incantare dalla sognante “All On your Own” ballad sofferta e dal chorus intenso e impreziosito, inutile dirlo, dalla prestazione di Tommy.
Ma l’architettura di tutte le canzoni potrebbe renderle potenziali hit, grazie al supporto di una padronanza tecnica sopra la media, che esula da banalità compositive, laddove molti gruppi, invece, cadrebbero. La brillante e avvincente “I’ll be there” è il preludio al trittico successivo rappresentato dalla straziante “Man On The Moon” , proseguendo con i romanticismi di “Without You”, e terminando con la semi-acustica “Follow my Heart” tutte song che non sfigurerebbero nel repertorio dei migliori Bon Jovi.
La successiva “Rivers of Love”, classico anthem dalle melodie che avrebbero spopolato perfino nella top ten statunitense, rappresenta uno dei migliori momenti del disco insieme a “Somewhere”, più concitata, in cui Tommy riesce a raggiungere vette molto impegnative mantenendo l’armonia con l’esecuzione strumentale del resto del gruppo. Il resto lo lascio alla vostra curiosità.
Avrete infatti capito che sull’album convivono due anime: una più romantica, l’altra più energica, entrambe stupendamente intrecciate in un’alchimia che ci restituisce un prodotto di grande livello compositivo, che denotò chiaramente uno stato di grazia forse mai più raggiunto nonostante la buona successiva prova in studio e il recente, ottimo, “Brother’s Keeper”, che ci ha restituito una band di cui sentivamo la mancanza.
Tracklist:
1. Angels Of Heaven
2. Save Me
3. All On Your Own
4. I’ll Be There
5. Man On The Moon
6. Without You
7. Follow My Heart
8. Rivers Of Love
9. Somewhere
10. Eyes Of A Stranger
11. Sailing Home
12. Way You Want It, The
13. The Love Song