Recensione: Goatpocalypse

Di Roberto Castellucci - 1 Giugno 2024 - 11:00
Goatpocalypse
Band: Splattergoat
Etichetta:
Genere: Death  Grindcore 
Anno: 2023
Nazione:
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Una delle serate più divertenti che io abbia mai trascorso risale a poco meno di una decina di anni fa, prima che la nascita di mio figlio stravolgesse completamente la mia vita e quella di mia moglie. Invitati a casa di una coppia di amici, dopo qualche ottima pietanza e moltissimi bicchieri di vino seguiti da altrettanti sorsi di grappa, finimmo la serata perdendo alcune ore della nostra meglio gioventù guardando su YouTube un mucchio di video…di capre urlanti. Roba da milioni di visualizzazioni, per la miseria, il che può far capire senza dubbio, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto il genere umano sia destinato ad un’estinzione precoce. Prima di arrivare a questo meritatissimo evento nessuno potrà dire ‘non ce lo aspettavamo’: i metallari di tutte le età infatti si preparano all’estinzione ormai da decenni. Da dove viene questa consapevolezza? Non solo dagli studi scolastici né tantomeno dalla cronaca quotidiana: un gran numero di musicisti profetizza almeno da quarant’anni la triste fine a cui l’umanità sembra tendere. Centinaia di dischi Death Metal, Grindcore e Black Metal hanno raccontato e raccontano tuttora le geniali trovate che gli esseri umani escogitano quotidianamente per raggiungere la tanto agognata estinzione. “Goatpocalypse” dei lombardi Splattergoat è uno degli ultimi capitoli di questa narrazione: il nuovo vettore che porterà all’apocalisse, come il singolare titolo dell’album lascia intendere, disegna sullo sfondo del nostro destino un bel paio di corna caprine. Per amor di precisione: la parola inglese ‘goat’, per chi non lo sapesse, significa proprio ‘capra’. Comprenderete ora il legame tra le numerose visualizzazioni dei video di capre che urlano e l’assalto sonoro portato avanti a testa bassa dai quattro vogheresi…

Ho scomodato poco fa le ‘tre corone’ della musica estrema: Death Metal, Grindcore e Black Metal. Sono infatti queste le tre principali coordinate che regolano il lavoro degli Splattergoat e vanno intese proprio in quest’ordine. Volendo usare una specie di metafora pittorica, si potrebbe dire come la cornice esterna dell’opera si inserisca nel fumante calderone del Death Metal (o ‘Italian Goat Death Metal’, stando alle parole del gruppo). La tela racchiusa in questa brutale cornice viene screziata di sanguinolente tinte Grind, con alcune sfumature Black Metal sistemate qua e là per impreziosire il tutto. Sappiate, però, che ci troviamo tra le mani un prodotto dedicato a chi non sempre riesce a prendersi sul serio né a prendere troppo sul serio la musica che ascolta. “Goatpocalypse”, se ancora non vi bastassero il titolo del disco e brani come “Human Flesh Discount” o “Hellrotique Flatulence”, è un grottesco inno all’esagerazione, sia musicale che tematica, e come tale va preso: con un bel sorriso stampato sulle labbra mentre si raccolgono grandi mazzate nel mezzo di un vorticoso circle pit. Brani come il succitato “Human Flesh Discount”, “Flesh Ripper” e “Teratogenic Goat Infection” hanno tutte le carte in regola per scatenare in sede live un ‘piacevole, amichevole e violento divertimento’, volendo tradurre il titolo di un live album degli Exodus pubblicato nei primissimi anni ’90. Scomodare gli Exodus mi permette di andare a disturbare altri due mostri sacri a cui gli Splattergoat sembrano aver voluto strizzare un occhio. Pensando alla prima traccia del loro disco, “Human Flesh Discount”, mi sono subito venuti in mente i Cannibal Corpse: nel videoclip di “Code of the Slashers” avevano infatti mostrato un supermercato fornitissimo di carne umana nel banco frigo! In un secondo momento l’ascolto del disco ha evocato persino i sempreverdi Anthrax, con l’ovvio e facile parallelismo tra la loro storica canzone “Caught in a Mosh” e “Mosh Song”, altra delicatissima randellata presente nella tracklist di “Goatpocalypse”. Non parlerò ovviamente delle innumerevoli teste di capro che a partire dalla copertina di “Welcome to Hell” dei Venom hanno affollato le illustrazioni di centinaia di dischi Metal. Certe cose non passano mai di moda e continuano tuttora ad ornare le discografie demoniache di tantissimi appassionati, che da qualche mese hanno l’opportunità di aggiungere un nuovo tassello alle loro caprine collezioni.

Pubblicato a distanza di 9 anni da “Goats of Metal”, il primo irriverente demo degli Splattergoat,Goatpocalypse” è un primo album interessante e devastante, giunto alle stampe dopo un decennio piuttosto impegnativo che ha sicuramente inciso sulla maturità e sulla preparazione dei giovani componenti del gruppo. Siamo in buone mani, insomma: oltretutto sembra che non tutti i membri della band siano completamente sconosciuti a TrueMetal.it. A quanto pare, dietro all’enigmatico batterista LKT, si cela Luca Cacciatore, attuale batterista della Death/Grind band Abbinormal e ‘onorevole partecipante’ alla nostra recensione di “Rites of Percussion” di Dave Lombardo. Attendiamo fiduciosi un’ulteriore crescita da parte degli Splattergoat, sperando di trovare il modo di incrociarli dal vivo quanto prima. Il loro primo full-length dimostra una gran voglia di ritagliarsi uno spazio all’interno di una scena a volte fin troppo seriosa e autoreferenziale. Tutti sappiamo quanto ci sia bisogno di allentare un po’ la tensione, soprattutto in questi anni caratterizzati da un triste passato che ritorna e da una cronica incertezza nei confronti di un futuro sempre più fumoso. Un ultimo consiglio per gli acquisti? Lasciate che la brutalità di “Goatpocalypse” vi distragga dalle brutture del mondo contemporaneo: con me, seppur brevemente, il metodo ha funzionato. Buon ascolto!

Tutti gli interessati possono seguire la band approfittando dei seguenti collegamenti:

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