Recensione: God Has a Plan for Us All

Di Alessandro Calvi - 20 Agosto 2006 - 0:00
God Has a Plan for Us All
Band: Angtoria
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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Gli Angtoria nascono ufficialmente nel 2004. Ma la collaborazione tra i due fondatori della band, cioè la singer Sarah Jezebel Deva, già nota al pubblico per le sue apparizioni su album di Cradle of Filth, Therion, Mortiis etc., e Chris Rehn inizia nel 2001. È in quell’anno infatti che nasce tra i due l’idea di dare luce a un progetto orchestrale per scrivere colonne sonore di film.
Qualche anno dopo, i due musicisti decidono di cambiare parzialmente rotta e di trasformare questa loro idea in un gruppo musicale che possa fondere i propositi orchestrali iniziali con il metal e avere anche una formazione in grado di esibirsi in tour. Con l’ingresso del fratello di Chris: Tommy, nascono quindi gli Angtoria.
Grazie ai nomi coinvolti trovare un contratto è relativamente facile e così, in breve tempo, il gruppo entra in studio per registrare il loro album di debutto. Album che può vantare anche una discreta pletora di ospiti illustri come Aaron Stainthorpe (My Dying Bride), Rikard Andersson (Space Odissey, Time Requiem, Majestic), Dave Pybus (Cradle of Filth) e altri.

Il disco si apre con una intro naturalmente orchestrale. L’inizio è piuttosto sostenuto, poi dalla metà tende a rallentare sempre più con la comparsa anche di vari cori che ci conducono fino allo sfociare della seconda traccia “I’m Calling”. La prima vera canzone del disco sinceramente lascia un po’ insoddisfatti. Date le premesse, l’aspettativa è verso un songwriting molto improntato sulle parti orchestrali sinfoniche, invece, dopo un inizio elettronico piuttosto efficace, la canzone si appiattisce verso lidi vagamente gothic senza incidere come dovrebbe e potrebbe.
La successiva titletrack segue più o meno pedissequamente quanto mostrato dal precedente brano senza distinzioni di rilievo. In realtà sembra quasi che ad appiattire la composizione sia la voce stessa di Sarah, la musica infatti per tutto il tempo in cui la singer canta, diventa un semplice tappeto sonoro piuttosto anonimo.
Al contrario nei pochi momenti in cui la voce non compare, le composizioni non sono assolutamente da scartare. Esempio ne è l’inizio della quinta “Deity of Disgust” che, pur con vari rimandi elettronici, spicca notevolmente rispetto a quanto sentito fino a quel momento.
Il meglio però arriva con “Original Sin” in cui finalmente si sente l’influenza sinfonica e il passato del gruppo nello scrivere colonne sonore. Anche la struttura della canzone è notevolmente diversa da quella delle altre soprattutto a causa dei vari inserimenti della voce maschile sia growl che pulita. Il tono generale è più epico e decisamente più vicino a quell’etichetta di “epic orchestral metal” che gli Angtoria si son dati. Senza mezzi termini è il brano migliore, più coinvolgente ed elaborato presente nella track-list, anche se a mio avviso si sente l’influenza di Danny Elfman, al punto che se tutto l’album si fosse tenuto su questi standard, probabilmente ora staremmo parlando di un capolavoro.

“God Has a Plan for Us All” potrebbe essere etichettato come un discreto disco di esordio, se fosse stato confezionato da un gruppo emergente. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte a musicisti con già una certa esperienza alle spalle a cui certi “errori” non è del tutto lecito perdonare. Sarah Jezebel Deva è sicuramente una cantante bravissima, ma non si può puntare tutto il disco solo sulla sua voce. Le parti sinfoniche avrebbero dovuto avere una importanza uguale e anzi addirittura superiore all’interno del songwriting come invece non è successo, se non a tratti. Ciò che ne risulta è un album che aveva grandi potenzialità alla base per farsi notare, ma che invece scivola piuttosto facilmente nell’anonimato.

Tracklist:
01 The Awakening/Intro
02 I’m Calling
03 God Has a Plan for Us All
04 Suicide On My Mind
05 Deity of Disgust
06 The Addiction
07 Six Feet Under’s Not Deep Enough
08 Do You See Me Now
09 Original Sin
10 Hell Hath No Fury Like a Woman Scorned
11 Confide in Me
12 That’s What the Wise Lady Said

Alex “Engash-Krul” Calvi

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