Recensione: God of War and Chaos

Di Stefano Usardi - 19 Febbraio 2018 - 15:14
God of War and Chaos
Band: Nimrod B.C.
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2017
Nazione:
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84

Domanda: avete presente quegli album cervellotici, complessi, intricatissimi, che necessitano di ripetuti ascolti più che attenti per essere adeguatamente assorbiti dal cervello? Album così pieni di sovrastrutture da risultare impenetrabili come un cubetto di porfido ai primi, distratti ascolti? Ce li avete presente, vero? Siete già entrati nella predisposizione d’animo necessaria per trattare uno di questi monumenti sonori complessi e tetragoni, vero? Bene, cancellate tutto, perché oggi parleremo di un album secco, diretto e immediato come una schicchera dietro l’orecchio; nella fattispecie, parleremo di “God of War and Chaos” dei cileni Nimrod B.C.

Ma chi sono i Nimdor B.C., direte voi? Ebbene, i nostri nascono musicalmente a metà degli anni ’80 (e vi anticipo già che si sente!) salvo poi sciogliersi all’inizio del decennio successivo e, per nostra fortuna, riformarsi nel 2007 e pubblicare l’anno dopo il loro effettivo album d’esordio, “Return to Babylon”; grossomodo un paio di mesi fa, per la precisione il primo Dicembre 2017, viene rilasciato il suo sunnominato successore, finito nelle mie mani avide per una fortunata serie di circostanze di cui un giorno, se farete i bravi, vi parlerò. Ma ora torniamo a noi: la proposta musicale del combo cileno è, per la mia e vostra gioia, un collerico thrash metal veemente e rissoso, che affonda le sue radici negli antichi fasti degli anni ottanta omaggiando a modo suo i grandi del genere (sia della scena statunitense che europea, giusto per non farsi mancare proprio niente) ma senza perdere la propria individualità, che viene custodita gelosamente e difesa a suon di sediate sulla schiena. Dieci brani, trentasei minuti di violenza isterica e dinamitarda, dopodiché tutti a casa. Non un cedimento, non un passo falso: “God of War and Chaos” avanza inarrestabile, indifferente alle mode e sprezzante dinnanzi alle debolezze altrui, travolgendo tutto con la sfacciataggine di un blindato in un negozio di gattini. Il gruppo è in palla, consapevole di ciò che deve fare e determinato a non perdere nemmeno un istante per farlo, e dispensa il suo carico di rabbia e violenza sull’ignaro ascoltatore mantenendosi sempre con gli occhi fissi sull’obiettivo e, soprattutto, senza mai valicare il confine sottile tra prepotenza e rumore. Nonostante i nostri non ci facciano mancare una memorabile dose di randellate, infatti, una melodia di fondo non manca quasi mai, disseminata per tutto l’album con la pazienza e il senso dell’equilibrio di un miniatore fiammingo. A patto che sappiate dove cercarla. Ecco quindi che a fraseggi più malati e stridenti si affiancano melodie robuste e agguerrite, interludi quasi epici nel loro incedere autoritario, rallentamenti carichi di groove, arpeggi sognanti e nuovi vortici di riff arcigni, il tutto mescolato con l’istintiva abilità di un predatore naturale nel suo habitat. La sezione ritmica si mantiene combattiva, attenta, pulsando il giusto e martellando quando deve, arrotondando meravigliosamente il suono del gruppo e lasciando il giusto spazio alle chitarre che, per parte loro, dispensano una pioggia di scudisciate senza cedere mai a inutili sfoggi di millanteria strumentale, restando ben saldi a terra per frustare l’ascoltatore insieme al resto della brigata. Da ultima, la voce isterica e furente del nuovo entrato Gary, vera arma in più del combo, capace di passare con apparente indifferenza da ringhi animaleschi a strepiti maligni, inframmezzando il tutto con ruggiti graffianti degni del miglior Bobby Ellsworth.

Inutile soffermarsi sulle singole canzoni: questo “God of War and Chaos” va buttato giù tutto d’un fiato come uno shottino per godere appieno della sua incredibile spinta propulsiva, un tremendo assalto all’arma bianca che merita di esplodere dagli stereo di ogni amante del metal. Se poi osate anche solo pensare di definirvi amanti del thrash, beh, allora non avete proprio scelta: correte immediatamente a fare vostro questo gioiellino; non perdete tempo a ringraziarmi, lo farete poi.

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