Recensione: Golden Dawn

Di Eugenio Giordano - 21 Settembre 2003 - 0:00
Golden Dawn
Band: Arthemis
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Terzo platter per gli italiani Arthemis che con questo “Golden Dawn” superano nettamente quanto proposto fin qui e si presentano come una delle band più promettenti del power metal italiano di oggi, la maturazione del gruppo è evidente in questi quaranta minuti di musica. Il gruppo si affida ad un song-writing più snello e vincente che evita di dilungrasi in composizioni dalla lunga durata che potrebbero distrarre l’ascoltatore, concentrando tutta la potenza in brani diretti e molto efficaci fin dal primo ascolto. La produzione sonora è perfetta e non concede nessuno spazio a cali momentanei o passaggi a vuoto, tutto il platter viagga su canoni indiscutibilmente poderosi e il suond degli Arthemis si dimostra vigoroso e frontale in ogni frangente. Certamente il gruppo non stravolge la sua direzione artistica, quindi non viene abbandonato il classico dinamismo del power metal made in Italy, mi pare che in questo nuovo platter gli Arthemis siano artefici di un avvicinamento a nomi storici del metal classico come gli Iron Maiden.

Infatti già dalla prima “Fire Set Us Free” i nostri sfornano una prova di potenza indiscutibile che in sede live non lascerà dubbi ai presenti, gli Arthemis non vanno a complicarsi la vita con troppi fronzoli tecnici e puntano su una sezione ritmica tellurica e le melodie vincenti del ritornello, senza risultare ripetitivi o banali, con una interpretazione vocale decisamente riuscita, insomma davvero un incipit coi fiocchi. Vigorosi e dinamici gli Arthemis si ripetono con “Black Rain” un brano decisamente power oriented, basato su tempi veloci e un drumming trascinante, in questo caso il refrain del pezzo strizza l’occhio a certe soluzioni di scuola statunitense, sto pensando ai Jag Panzer, ma non viene tralasciata la melodia e il flavour crescente. Più trascinante e indubbiamente vincente sull’ascoltatore “The End Of The World” promette grossi responsi in sede live grazie a un riffing convincente e il solito ottimo impiego delle melodie vocali che non spezzano il brano ma lo rendono asncora più fluido ed efficace. Mi sembra maggiormente legata ai dettami del power tedesco targato Helloween , non per questo ripetitiva, “The Traveller” presenta una struttura crescente che culmina in un ritornello dal fortissimo flavour solare e coinvolgente, forse paragonabile a quello che un tempo era definito happy power. Subito dopo con “Master of Souls” gli Arthemis ritornano in ambienti più vigorosi, anzi sfornano uno dei brani più potenti della loro storia, i nostri si affidano a un lavoro magistrale delle chitarre unito alla solita infrangibile sezione ritmica, in pochi minuti di durata vengono concentrate le massime energie e la potenza di cui il gruppo è capace. Più complessa ma non meno frontale e dinamica “Arthemis” ricorda le composizioni del precedente “The Damned Ship” mostrando il lato più tecnico e ambizioso del gruppo. Già con la successiva “The Axe is Coming” gli Arthemis si rituffano nel power metal devastante e di massimo valore, ancora una volta mi sono piaciute le linee vocali vibranti e tirate quanto serve, ma mai eccessivamente acute, allo stesso modo mi è piacuto l’impiego di una sezione ritmica che non lascia spazi a compromessi, colpendo duro. Riemergono gli echi di matrice statunitense con “From Hell to Hell” in definitiva il brano più classicheggiante del platter, qui sono i riff quadrati e una prestazione vocale molto convincente a fare la fortuna del brano, dimostrando il talento dei nostri. Lo slow tempo finale “Golden Dawn” lascia respirare l’ascoltatore senza annoiare o scadere nelle strutture tipicamente malinconiche delle ballad, dopo una tale prova sonora ci voleva un momento più rallentato. Il disco si chiude con la cover degli svedesi Heavy Load “Might for Right” che gli Arthemis ripropongono in chiave power senza però stravolgerne la struttura centrale, il gruppo ha anche dimostrato la sua esperienza con questa cover rendendo tributo a una vera leggenda del metal storico.

In definitiva un ottimo lavoro composto da una band che possiede un grande talento e una grinta indiscutibile, avanti così.

Tracklist:  
01 – Fire Set Us Free  
02 – Black Rain
03 – The End Of The World  
04 – The Traveller
05 – Master Of The Souls
06 – Arthemis
07 – The Axe Is Coming  
08 – From Hell To Hell  
09 – Golden Dawn  
10 – Might For Fight (European bonus track)  
10 – ove Gun* (Japanese bonus track)

 

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