Recensione: Goochan

Di Gaetano Loffredo - 15 Marzo 2007 - 0:00
Goochan
Band: Wizard
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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68

Avvezzi alle tematiche fantasy, i Wizard si misurano con la strega il cui nome regala il titolo al nuovo disco, Goochan, successore dell’accettabile Magic Circle; raggiungono quota sette dischi in dodici anni e si assestano, in quanto a rilevanza e a peso specifico, in un settore che sta al di sotto delle formazioni che trainano la scena power – heavy melodica.
Ci eravamo lasciati, come detto, con una prova agro-dolce; quel Magic Circle diretto e spontaneo ma poco pretenzioso, prevedibile e lontano dai rilievi trionfalistici di Odin, ancora oggi ritenuto la punta di diamante dei nostri.

La direzione del nuovo lavoro è la medesima di sempre, i vantaggi e gli svantaggi restano quasi immutati. Dominano l’ugola potente di Sven D’anna, la batteria di Snoppi (intervista) e i muri di distorsione; il sound ottenuto è finalmente accattivante e la chitarra di Dano si erige incontrastata per la sua incisività. La qualità della produzione è letteralmente raddoppiata e riusciremo pertanto a godere di un suono massiccio e tagliente: caratteristica che aveva gambizzato l’elaborato che lo ha preceduto.
Le strutture di gran parte dei brani che assemblano Goochan risentono della solita e determinante “carenza compositiva”, aspetto basilare che, evidentemente, non aiuta a far decollare il disco.

Disco che trae comunque beneficio da un esemplare terzetto iniziale. The Witch Of The Enchanted Forest (palesemente ispirata dai Grave Digger di Rheingold), Pale Rider e Call To The Dragon, raccolgono infatti tutta l’esperienza e le capacità fin qui assunte e rilanciano il nome di una band che sembrava aver perso gli stimoli e l’entusiasmo dei primi anni di vita.
Spiccano musicalità e grande passione, confondono personalità e talento artistico specialmente quando calano i ritmi a favore di anthems spesso troppo semplici e lineari, come nel caso di Children Of The Night.
Il tema melodico è sempre quello, ma vigore e determinazione non mancano mai: la traccia di chiusura, Return Of The Thunder Warriors, ne esemplifica il concetto.

Se qualcuno di voi nutre dubbi sul fatto che il power heavy tradizionalista possa resistere al logorio del tempo, si rivolga ai Wizard: Goochan è nato per cancellarli.
L’impronta sonora tipica del metallo di un’altra era è una caratteristica ben rimarcata e, come giustamente scriveva il collega Paolo Beretta sulla recensione di Magic Circle, il prodotto può essere altamente spendibile per i defenders integerrimi.

Ascolto tutto sommato gradevole ed esente da particolari pretese o sorprese; album che merita, sottraendone i difetti dai pregi, una sufficienza più che abbondante.

Gaetano Loffredo

Tracklist:
1.The Witch Of The Enchanted Forest
2.Pale Rider
3.Call To The Dragon
4.Children Of The Night
5.Black Worms
6.Lonely In Desert Land
7.Dragons Death
8.Sword Of Vengeance
9.Two Faces Of Balthasar
10.Return Of The Thunder Warriors

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