Recensione: Gospels For The Sick
Il debutto discografico degli Scum era molto atteso, vista la caratura dei musicisti coinvolti in questo progetto, ovverosia Samoth (ex Emperor, Zyklon), Bard Faust (ex Emperor, Aborym), Casey Chaos (Amen), Cosmocrator (Mindgrinder) e Happy Tom (Turbonegro).
La marcata eterogeneità di questi personaggi, appartenenti a universi musicali apparentemente molto lontani tra loro, come black metal, punk/hardcore e rock n’ roll, lascia un attimo sorpresi, ma una volta inserito il cd nel lettore ci si rende subito conto che l’alchimia raggiunta su questo album dai cinque “loschi” individui è totale ed il risultato è tutt’altro che disprezzabile, anzi, risulta a tratti veramente riuscito e coinvolgente. Se volessimo proprio fare un piccolo appunto a questo cd potremmo dire che l’unico elemento a non risultare talvolta del tutto amalgamato al resto, è la voce del frontman Casey Chaos, un po’ debole rispetto alla robusta dose di black’n’roll che la band ci spara in faccia senza pietà alcuna, senza un attimo di sosta. Ma sono solo piccoli dettagli che comunque non intaccano più di tanto un album che, oltre ad essere più che riuscito, può vantare anche una certa originalità nel songwriting, nonostante una produzione volutamente old-school e punti di riferimento come il punk e il Black Metal degli albori. Black’n’roll dicevamo, perché questa è l’unica definizione calzante per quest’album, rinvigorito da una marcata attitudine punk/hardcore che non guasta affatto, per un risultato finale primitivo, grezzo, furioso e nichilista fino al midollo.
L’album si apre con Protest Life, spettacolare nella sua furia distruttiva, sorretta da riffs veloci e affilati come lame di rasoio, coadiuvati da una ottima prova dietro le pelli del redivivo Bard Faust (ricordiamo che il drummer ha dovuto scontare una pena di oltre nove anni di carcere per omicidio, avvenuto il 21 Agosto 1992 nel parco di Lillehammer). Si prosegue con la title-track, meno violenta della precedente, ma ugualmente trascinante, sguaiata come i migliori classici punk-rock, ma eseguita con una buona dose di cattiveria, giusto per non dimenticarsi che nel gruppo ci sono due ex-Emperor, e scusate se è poco! Il livello rimane sempre alto e, con la quinta traccia, Truth Won’t Be Sold, ci troviamo di fronte ad un altro piccolo gioiellino fatto musica, una song che si apre con un riff dal forte sapore Black Metal made in Norway, proseguendo su binari fatti di metal oscuro mescolato a vocals deviate e alienanti. Da menzionare sono anche Road To Suffer Age, molto oscura nel refrain, con un Casey Chaos molto convincente ed a suo agio nel creare melodie vocali dirette ma anche inquietanti, che caratterizzano questo brano. Chiude l’album The Perfect Mistake, brano in cui compare Nocturno Culto (Darkthrone) come special guest, e infatti la song risente molto dell’influsso di questi ultimi, ma sempre eseguita con un’attitudine decisamente punk. Da segnalare la presenza di altri due ospiti illustri come Mortiis e Knut “Euroboy” Schreider (Turbonegro/Euroboys).
In conclusione possiamo dire che questo lavoro ha il grosso pregio di trasportarci indietro nel tempo, direttamente negli anni Ottanta, vista l’attitudine genuina, marcia e spontanea che pervade tutte le composizioni, dove a spiccare è anche una produzione scarna al punto giusto, che garantisce comunque una resa sonora molto “live” e d’impatto, che va in netta contrapposizione alla maggior parte dei prodotti odierni, caratterizzati da iperproduzioni con suoni artefatti e plastificati. Sicuramente una delle uscite più interessanti di questo 2005.
Tracklist:
1. Protest Life
2. Gospels for the Sick
3. Throw Up on You
4. Night of A 1000 Deaths
5. Truth Won’t Be Sold
6. Hate the Sane
7. Deathpunkscumfuck
8. Road to Sufferage
9. Backstabbers Go to Heaven
10. The Perfect Mistake