Recensione: Government Denies Knowledge
Se è vero che il death metal si sta ricacciando nel vicolo cieco in cui era
finito con il trascorrere degli anni ’90, grazie alla nuova inflazione di band
con poche idee e tanta possibilità di apparire, è anche vero che non saranno
certo gruppi come i Requiem a salvarlo: la Massacre ha deciso infatti di
dare loro una chance, occupandosi della pubblicazione del loro secondo album,
impacchettandoli e mandandoli in tour europeo con i Dismember, ma forse tutta
questa attenzione non se la meritavano, diciamolo.
Il loro è un death metal che fa proprie le caratteristiche tipiche del suono
polacco (primi Decapitated su tutti), basato quindi sulla velocità ma anche su
una notevole monotonia di fondo, la quale fa sì che il disco risulti davvero
difficile da digerire dopo l’ascolto di due o tre brani. Nessun brano, in Government
denies knowledge, spicca particolarmente, né la produzione giustifica
un dispiego di violenza teoricamente imponente; così come il growl di Michi
Kuster, troppo fiacco per poter competere con i suoi omologhi. Purtroppo si
rende inutile anche il track by track: le canzoni tendono ad assomigliarsi tutte
in modo inquietante, e la risultante è un pastone decisamente noioso, scarico,
privo di energia in ultima analisi.
Perché la potenza non si esprime solo facendo rumore, ma adottando i giusti
arrangiamenti, le giuste ripartenze, i giusti stop’n’go: caratteristiche che i Requiem
sembrano aver dimenticato, nella loro voglia di andare a 1000 Km/h. E la
monotonia va a prevalere su tutto.
Il gruppo svizzero avrebbe le doti tecniche per fare ben di meglio: è ora
che si sganci dalle influenze sin troppo palesi che lo accompagnano e provi a
metterci del suo. Sempre che il pubblico decida di aspettarlo…
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Government Denies Knowledge
2. Extinct by Evolution
3. Inconsistent Consequences
4. Bloodcult
5. Signal Zero
6. Sonderkommando 12
7. Diary of a Damaged Brain
8. Supremacy
9. Setting the Score
10. Two Sides Within