Recensione: Graveyard Classics III
No.
Passi un primo album di cover, cosa che prima o poi un buon numero di band fa nel corso della propria carriera. Passi addirittura un secondo tentativo che andava addirittura a riproporre in chiave death l’intero Back In Black degli AC/DC, e che poteva avere un senso slegato dal concetto di album in cui si omaggiano una serie di brani. Ma ora basta. In dieci anni i Six Feet Under propinano un terzo album di sole cover, e nel frattempo hanno tirato fuori altri cinque dischi qualitativamente non eccelsi, per usare un eufemismo. Basterebbero questi elementi per stroncare l’uscita, ma abbiamo il dovere di spendere qualche parola sul contenuto della release in questione.
Graveyard Classics III segue l’esempio del primo, pescando a piene mani dalla scena metal e concedendosi qualche incursione in territori più hard rockeggianti, finendo anche per toccare lo scanzonato punk rock dei Ramones. Le cover sono fedeli ai brani originali, col distintivo marchio di fabbrica del growl profondo – ma sempre più stanco – di Chris Barnes e dei chitarroni saturi. Particolarmente efficaci le cover di The Frayed Ends Of Sanity dei Metallica e di At Dawn They Sleep degli Slayer, probabilmente il brano del lotto più prossimo alle corde della band floridiana. Non si può certo dire che l’ascolto del disco sia divertente, in quanto il fattore “Oddio, i Twisted Sister in chiave brutal!” è ormai stato giocato dieci anni fa e non ha lo stesso effetto sorpresa, quindi a rimanere è ben poco. La domanda che inevitabilmente ci si pone, mentre i minuti scorrono, è: perchè? Cosa vogliono dimostrare? E cosa propone quest’uscita di interessante per giustificarne l’acquisto? Il sottoscritto non sa trovare una risposta valida ai suddetti quesiti, ma è quasi preoccupante che la Metal Blade abbia accettato, se non addirittura proposto, la pubblicazione di questo album. Preoccupante perchè, evidentemente, le previsioni di vendita sono quantomeno discrete.
In definitiva, eliminato anche il fattore sorpresa e divertimento, a rimanere è il vuoto assoluto. La sensazione è che i Six Feet Under abbiano sempre meno idee, il che è dimostrato anche dagli ultimi studio album, e che tentino in qualche modo di rimanere sulla breccia tirando fuori spesso qualche prodotto per mantenere in vista il proprio nome. Ci si chiede fino a quando potrà andare avanti questa manfrina, perchè la parabola della loro carriera è in netta fase discendente e “lavori” come questo non possono in alcun modo rilanciarla.
Luca ‘Nattefrost’ Trifilio
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Tracklist:
01. A Dangerous Meeting (Mercyful Fate) (05:10)
02. Metal On Metal (Anvil) (04:07)
03. The Frayed Ends Of Sanity (Metallica) (07:40) * MySpace *
04. At Dawn They Sleep (Slayer) (06:31) * MySpace *
05. Not Fragile (BTO) (04:02)
06. On Fire (Van Halen) (03:16)
07. Pounding Metal (Exciter) (04:23)
08. Destroyer (Twisted Sister) (04:09)
09. Psychotherapy (The Ramones) (02:31)
10. Snap Your Fingers, Snap Your Neck (Prong) (04:14)
Line-up:
Chris Barnes – voce
Steve Swanson – chitarra
Terry Butler – basso
Greg Gall – batteria