Recensione: Greatest Hits
I MIEI PRIMI QUARANT’ANNI
Nel 2022 gli Skanners compiranno quarant’anni di milizia attiva. Ma soprattutto continuativa. Negli anni Novanta, quando la morsa del Grunge, il cambiamento dei gusti degli ascoltatori e la fase di stanca di molte delle band heavy metal di riferimento fecero precipitare le azioni del true fucking metal, Claudio Pisoni, Fabio Tenca & Co. al contrario di molti altri colleghi anche italiani, non si sciolsero e decisero di perseverare, fra porte sbattute in faccia, delusioni varie e assortite e concerti di fronte a soli, pochi, ultras dell’HM più tradizionale e tradizionalista.
Never Surrender, come urlavano al cielo i Saxon di Denim & Leather. Proprio quello che hanno fatto i bolzanini.
Per celebrare il prossimo quarantennale di vita e il trentacinquesimo compleanno successivo al debutto sotto major, ossia Dirty Armada del 1986, la band e Music For The Masses hanno deciso di licenziare sul mercato un Greatest Hits contenente sedici pezzi per oltre un’ora di ascolto, raggiungendo così Death SS e Strana Officina che, fra gli altri grandi vecchi del Metallo Italiano, sono le uniche due band a poter vantare l’uscita ufficiale di un Best Of come si deve e con tutti i crismi del caso. In realtà, il combo di Steve Sylvester ne ha inanellato più di uno, di greatest hits… Così come è vero che altri gruppi tricolori hanno realizzato compilation, sia chiaro, ma con l’intento principalmente di raggruppare più uscite insieme, senza effettuare cernite di merito.
Il Greatest Hits targato “Skannati” si presenta come meglio non potrebbe: copertina azzeccatissima, booklet di dodici pagine allestito in maniera super esaustiva con la storia del gruppo, le copertine di tutti gli album con in sovrimpressione la foto della band di quel periodo e i titoli delle canzoni tratte per comporre il disco oggetto della recensione.
Più che con una tracklist, poi, sembra di avere a che fare con una sequenza serratissima di slogan: “Rock Rock City”, “Wild”, “Metal Party”, “Time Of War”, “Welcome To Hell”, “Factory Of Steel”, “Hard And Pure”. Il meglio del meglio della produzione dei südtiroler, se a quelle sopra si sommano altre bordate del calibro di “TV Shock”, “Starlight”, “Pictures Of War”, “Turn It Louder Now”, “Undertaker”, “Flagellum Dei”, “Soul Finder”, “The Eye”. Una carriera con molte luci e periodi bui, come è normale che sia in quattro decenni, che ha lasciato anche qualche dolorosa croce lungo il proprio cammino, come doverosamente e giustamente sottolineato nel booklet: il chitarrista Massimo Quinzio, il mega fan Sergio Nardelli, co-autore del libro Eins, Zwei, Drei Metal Party e Franco “Franky” Paissan, roadie e tuttofare.
In chiusura, a mo’ di bonus track la nuovissima, saxoniana, straclassica ed inedita “Under The Grave”, altra mazzata carica d’odio che riesce a non sfigurare nei confronti del Pantheon siderurgico incarnato dai quindici pezzi precedenti.
Dentro Greatest Hits c’è tutto quello che serve per scoprire, riscoprire o semplicemente dare una succulenta ripassata a quanto hanno creato gli Skanners nella loro storia fatta di puro Acciaio, melodia quanto basta e tanta, tantissima attitudine.
L’EPOPEA DELL’HM PASSA NECESSARIAMENTE DA QUESTI SOLCHI.
CHAPEAU, ‘SKANS, E ALTRI DI QUESTI QUARANT’ANNI!
Stefano “Steven Rich” Ricetti