Recensione: Greed.Filth.Abuse.Corruption
Ai Burning Skies va assegnato il mio personale award di “band a cui
non avresti dato due lire e che invece torna con un disco che ti ha fatto
zittire – 2008″. Non lo nego, quando ricevetti il nuovo disco del quintetto
di Bristol non ho prontamente fatto salti di gioia, ricordandomi del precedente
lavoro,
Desolation, ennesimo esempio di metalcore un po’ più metallizzato del
solito, senza particolari spunti d’interesse.
Invece per questo Greed.Filth.Abuse.Corruption, i nostri si
sono messi a suonare “seriamente”. Non che prima coverizzassero Gigi D’alessio,
ma evidentemente i Burning Skies si sono ricordati di essere connazionali
di gente come Shane Embury e Barney Greenway, facendo un ripassone
di quello che è stato il grind che fu, del thrash metal d’antan, ampliando
ulteriormente la componente death gia presente nel disco precedente. Il
risultato è un album che pare scritto da una band quasi completamente diversa,
con musicisti che hanno incattivito oltremodo il proprio sound, abbandonando i
classici tempi cadenzati e riff catchy metalcore, ipervitaminizzando tutto
quello che poteva essere “pompato”, dalle chitarre, alla prestazione vocale, che
passa dal growl gutturale allo scream, apportando cambiamenti anche nelle
strutture dei brani.
Greed.Filth.Abuse.Corruption è composto infatti da canzoni
veloci, incredibilmente trascinanti, a volte dei veri e propri fiumi in piena,
retti da una sessione ritmica incessante e un riffing che si fa apprezzare alla
grande per precisione, compattezza e dinamismo. Non a caso, appena ho inserito
il disco per la prima volta nel lettore, al solo attacco di Warhate ho
letteralmente fatto un salto sulla poltrona, e cosa più importante, è come se
non fossi riuscito a stare fermo per tutta la mezz’ora scarsa del lavoro, tanta
è l’energia che i Burning Skies hanno profuso, per un album non di certo
innovativo, ma godibile e immediato come pochi.
Non erano brocchi prima, e non sono fenomeni adesso, ma un miglioramento di
questa portata è da accogliere con grande piacere. Non indispensabile, ma
Greed.Filth.Abuse.Corruption è un scarica di energia contagiosa. Merita
un ascolto.
Stefano Risso
Tracklist:
1. Warhate 02:10
2. You Don’t Have To Be Dead To Be In Hell 03:16
3. Y.G.F.F. 02:34
4. Rounding Up The Cattle 02:59 (mp3)
5. Abuse To Confuse 02:31
6. To Be The Man Who Has To Beat The Man 02:51
7. Spat Out And Stamped On 02:35
8. It’s Hard To Breathe With A Bag On Your Head 01:19
9. Slashed, Thrashed And Fucked Up Beyond 02:35
10. Emocalypse 02:39
11. Sticky Richard 02:48