Recensione: Green Dollar Colour

Di Alessandro Zaccarini - 3 Ottobre 2005 - 0:00
Green Dollar Colour
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Anno: 2005
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73

Nato nel 2004 per volere del chitarrista Anthony De Lemos, francese giunto in Australia in cerca di gloria, e Lex Koritni, giovane singer australiano, questo interessante terzetto debutta con il nome di Green Dollar Color per i colori della francese Bad Reputation. È infatti la Francia, patria di De Lemos, ad accogliere con entusiasmo il demo registrato dai due nel  settembre 2004, ed è proprio in Francia che la band, nel febbraio 2005, registra il proprio esordio discografico.
 
La produzione è graffiante e presenta una buona mediazione tra anacronismo e qualità, in una resa che si pone molto vicina al sound dei Motley Crue e di tutto l’hard rock di fine ‘80. D’altronde non poteva essere altrimenti: dietro alla consolle di mixaggio si è seduto mister Mike Fraser (già Ac/Dc, Van Halen e Aerosmith) e la masterizzazione è stata affidata ai celebri Sterling Sound di New York, dove ad attendere la musica della band franco-australiana c’erano le sagge mani di George Marino (Ac/Dc, Guns’n’Roses, Metallica…).

Grazie al lavoro di questi due vecchi guru la produzione si sposa perfettamente con gli intenti dei Green Dollar Colour: la concezione che la band ha della musica è infatti tutta old school, e si materializza in uno stile che fonde la tradizione australiana, capeggiata dagli immortali Ac/Dc, alle grandi band a stelle e strisce, con Guns’n’Roses e tantissimi Aerosmith dei bei tempi in testa. L’amore per la band di Joe Perry e Steven Tyler è forse il più radicato di tutto il lavoro e si manifesta senza troppo pudore in brani come l’ottima No Regrets o Emotional Audit. Quello dei Green Dollar Color è un hard rock lontano dal glam, fatto di canzoni brevi (tutte intorno ai tre minuti) giocate su strutture semplici e reminiscenze blueseggianti, che donano anche ai pezzi più lenti come Foot on the Floor o Top of the World groove e traino. Non mancano le sferzate più veloci e street come Mess With Love o il riffing di apertura e il ritornello di Heart Donation, ma prima o poi tutti i pezzi del lotto riconducono la propria natura ai tratti caratteristici già descritti. Grazie al ritornello cullante e alle linee di chitarra ben riuscite di I Wanna Know, anche nella pratica “ballata” la band esce a testa alta e con una promozione.

Se amate l’hard rock ottantiano figlio di Guns’n’Roses e Aerosmith, quello fatto di atmosfere e reminiscenze blues & rock, questa band ha tutte le carte in regola per entrare prestissimo nelle vostre grazie e potrebbe regalarvi soddisfazioni ancora maggiori in futuro.

Tracklist:
01. Dirty Letter
02. Emotional Audit
03. Let It Go
04. Foot To The Floor
05. Heart Donation
06. I Wanna Know
07. No Regrets
08. Expectations
09. Top Of The World
10. Mess With Love
11. You Fed Me Lies

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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