Recensione: Green Machine Laser Beam
Ecco, arrivati a metà luglio possiamo già ipotizzare un posto sul podio delle migliori pubblicazioni thrash metal di questo 2012. Non sappiamo ancora che posto occuperanno, ma una cosa è certa, difficilmente qualcuno potrà eguagliare la qualità di “Green Machine Laser Beam”, terza fatica discografica della carriera della thrash metal band tedesca The Prophecy²³.
In verità il termine thrash metal risulta assai riduttivo. A parte il fatto che dal punto di vista tecnico, e a livello di idee, la band ne ha da vendere, più che di classico thrash si dovrebbe parlare di una miscela raffinata di thrash-core e speed metal vecchio stile, quello che, per intendersi, fu lanciato, a livello di idea, dai primissimi Flotsam & Jetsam. Ma pure in questo caso ci ritroviamo a classificare in maniera non esaustiva la proposta del quartetto di Baden-Württemberg. Il songwriting è un collage di speed metal accattivante e thrash metal ‘leggermente hardcorizzato’. Perché leggermente? Perché, in fin dei conti, la band poteva accellerare molto di più, ma riteniamo non l’abbia fatto per riuscire a mantenere quell’aurea di relativa eleganza che le melodie dello speed riescono ad inettare nelle strutture ritmiche, strutture che risultano molto efficaci in virtù di un groove non invadente, ma sempre presente a livello di cambio di tempo e di refrain. Oltre un cantato ricercato, pulito, finalmente lontano dal dilagante squittire di quasi tutti i cantanti thrash moderni, quello che più colpisce di questi sedici pezzi è il gusto e l’originalità con cui sono stati concepiti. Ben intendiamoci, non c’è nulla di nuovo, così come, nella stessa identica misura, non c’è nulla di scontato. Anzi, sembra proprio che s’abbia per le mani una proposta originalissima che sarà in grado di accontentare, sia i neofiti del genere, sia i navigati in ambito metal. I primi godranno di un sound fresco e pregno di spunti vincenti, disseppelliti dal passato, ma rispolverati in veste attuale, gli altri, invece, ne siamo certi, apprezzeranno il grande stile e la padronanza di tutti gli stilemi che hanno fatto grande questo movimento musicale. Direi che ci siamo proprio. Spendere infine qualche parola sui brani è pressoché inutile.
Riteniamo che sia questa appena descritta la chiave di lettura per poter apprezzare questo “Green Machine Laser Beam”. Non sia mai che si possa correre il rischio di deviare l’attenzione dalla purezza di un grande disco che sa tanto di futuro classico del genere, ma per quest’ultima considerazione lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.
Nicola Furlan
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Tracce:
01. Tough Cool and Here to Mosh – 00:40
02. Ice Road Trucker Vs the Sun – 03:45
03. Don’t Step Back – 03:04
04. Beyond the Purple Pipes – 03:43
05. Green Machine Laser Beam – 03:36
06. Sergeant P of the 23 – 00:18
07. We Are the Pit Police – 03:37
08. Wake Me Up for Lunch – 03:57
09. Honor to Whom, Honor Is Due – 04:12
10. Captain Quick and the Pirates – 04:07
11. Call Your Friends to Hang Out – 00:28
12. Don’t Waste Time, Get Wasted (Now !) – 04:15
13. No Beer, What a Mess – 03:10
14. No Followers No Leaders – 03:18
15. Princess of Gorleben – 03:13
16. Guts Gore Reactor (Live at Bobs Country Bunker) – 01:05
Durata: 46 minuti ca.
Formazione:
Tobias Scheid: Voce, basso
Florian Sanden: Batteria
Dennis Lidak: Chitarra
Johannes Klopprogge: Voce, chitarra