Recensione: Grimm I & II
Giunti sulla soglia del quarto full-length, i KadavriK giocano coraggiosamente la carta del concept-album. Scelta azzardata poiché l’argomento trattato presenta in sé infinite interpretazioni psicologiche, e perché tale tema s’interseca continuamente con la struttura e l’umore della musica.
La materia, allora? I celeberrimi fratelli Grimm, teutonici pure loro, e le loro centocinquantasei fiabe, raccolte e rielaborate dalla tradizione popolare tedesca in due tomi. In particolare, la formazione di Wesel divide la propria opera in due parti, “Grimm I” e “Grimm II”, per l’appunto (“Grimm I & II”). Nella prima, il richiamo a “La fanciulla senza mani” è utile per approfondire il concetto di come sia possibile, grazie al proprio coraggio, emanciparsi anche da situazioni disastrose. Come quella, appunto, in cui versa l’eroina protagonista della fiaba a causa dei suoi traumi infantili. Nella seconda parte (“Thoughts Of The Sore”), invece, tali allusioni romantiche si frammentano in mille pezzi.
Queste due caratteristiche contrastanti, oltre che nelle fiabe dei Grimm, nelle intenzioni di Pietsch e compagni si trasfonde anche nell’aspetto prettamente musicale di “Grimm I & II”. Trasformandolo a tal punto, e ciò avviene per davvero, in un lavoro impossibile da trattare prendendo come preciso punto di riferimento il death o il black. Siccome, a parere di chi scrive, l’inquadramento in un genere (solo) è un’operazione imprescindibile a priori, lasciando quindi da parte le definizioni miste per classificare un CD partendo dalla sua anima, a “Grimm I & II” si può serenamente accostare il death metal. Seppur fortemente contaminato dal black e da altro, seppur assommando a sé numerosi momenti in cui la melodia è in primo piano (“Voids”), seppure in forma piuttosto aspra e, soprattutto, lontanissima dai canoni del death metal melodico tradizionale.
La volontà dell’ensemble della North Rhine-Westphalia di non scendere a compromessi per ciò che concerne la libertà di esprimersi senza inquadrando la musica a priori, da un lato produce un eccellente effetto stilistico, nel senso che trovare qualcosa di analogo non è facile, come personalità e carattere (Sylosis?). E, soprattutto, come capacità di mantenere questa ‘inquadrabilità’ con costanza, lungo le nove tracce di “Grimm I & II”.
Dall’altro lato, come del resto si poteva prevedere, le song del platter, pur buone nel loro livello complessivo, tendono a manifestare qualche sfilacciatura, qualche momento di dispersione. Si tratta di sensazioni personali legate più che altro al fatto di non aver percepito in toto il modus compositivo del quintetto, magari, che a reali lacune presenti con evidenza. Tuttavia, non si può negare che, accanto a brani di eccellente levatura come la travolgente opener “Wither Away”, la violenta e brutale “Lords”, l’‘hit’ “Lords”, non manchino minuti di… indecisione?… su quale sia la miglior cosa da fare (per esempio la ‘doomosa’ “7 Years”).
Tutto quanto sopra relativamente all’aspetto negativo della critica, stringendo per concludere, non mina certamente un ardire assolutamente encomiabile come quello che hanno avuto i KadavriK nel realizzare “Grimm I & II”.
Ce ne fossero, di artisti disposti a osare, a ricercare, a voler crescere come i Nostri. Per i quali, se queste sono le premesse per un nuovo ciclo artistico, si possono prevedere notevoli margini di miglioramento.
Daniele “dani66” D’Adamo