Recensione: Guilty of Ignorance

Di Stefano Ricetti - 29 Settembre 2013 - 0:11
Guilty of Ignorance
Band: Iron Jaws
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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75

A ulteriore conferma del florido stato di salute dell’HM italiano, vede la luce, sotto l’egida della teutonica Pure Steel Records, Guilty of Ignorance, secondo capitolo discografico dei piemontesi Iron Jaws. Nati nel 2006 in quel dell’astigiano, con l’idea di divenire i più fedeli discepoli provenienti delle lande tricolori dei canadesi Exciter, i Nostri schierano nel 2010 la seguente formazione a siglare il debutto autoprodotto, Louder is not Enough: Roberto “il Micini” Quaglia alle chitarre, Davide “Metaldave” Scavino alla voce, Roberto “Rock’N’Rob” Massasso al basso e Guido “Dynamite” Panzani alla batteria. L’anno successivo vi è l’entrata di Andrea “Mixy” Finotti al microfono, a rimpiazzare il defezionario Metaldave, così come nel 2011 Riccardo “Ricky” Porzio prende il posto di “Dynamite”. Con questa rinnovata line-up gli Iron Jaws registrano i dodici pezzi che diverranno la colonna sonora di  Guilty of Ignorance, oggetto della recensione.

Orbene, ritengo sia giusto brevemente narrare le sensazioni dello scriba alla fine del primo ascolto completo del disco: sin dalle prima note impossibile controllare i sobbalzi sulla sedia… “ma questo è davvero un disco di una band italiana oppure sto prendendo un granchio colossale?”. Dopo aver controllato per bene che sul dischetto ottico non vi sia stampato quel famosissimo logo figlio di tagli da flessibile, ulteriore “play” per verificare che non si tratti davvero dell’ultimo, inaspettato parto discografico dei guerrieri di Ottawa, ma bensì di tali Iron Jaws da Asti, giunti al secondogenito della loro carriera, dopo aver sfornato il debutto addirittura anche in versione a trentatré giri, e per di più non così, tanto per fare, ma con tutti gli attributi al posto giusto, tenendo comunque conto di essere una band sempre e comunque all’esordio, veste grafica compresa.    

Guilty of Ignorance: il disco che tutti i fan degli Exciter et similia mai si sarebbero aspettati di ricevere da una band diversa dagli originali. A partire da No Speed Limit fino ad arrivare a Predator, i quattro piemuntès sanno fornire, in dosi da cavallo, per giunta, dodici schegge di Speed Metal purissimo, incontaminato, a base di urla disumane d’altri tempi, doppia cassa implacabile, chitarra assassina e basso martellante. In una sola definizione: un muro di sono lungo quarantatré minuti e rotti. Unica eccezione alla cifra canadese del lavoro, l’inno Metal Merchants degli Hallows Eve, altri maestri del rumore, a mo’ di superba cover, come traccia numero cinque. Per il resto legnate a destra e manca, con la stessa, grezzissima ma sublime, veemenza siderurgica dei crazy canucks facenti capo a John Ricci.

Modalità d’impiego di Guilty of Ignorance: munirsi di collarino, alzare la manopola del volume e poi premere il tasto play. Buon vecchio, sano headbanging a tutti. E bòn!   

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti         

   

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