Recensione: Gypsy Trip
Primo capitolo sulla lunga distanza per i Jaded Sun, atipico quintetto irlandese (Dublino, per l’esattezza) che tradisce, senza alcuna remora, un profondo attaccamento per tutto ciò che è southern ed hard rock, richiamando alla memoria stilemi molto poco “Irish” e tanto “american style”, corroborati da abbondanti annaffiate di elettricità tipicamente “australiana”.
Sostanzialmente quattro, le principali muse cui fare riferimento nella definizione di ‘Gypsy Trip‘.
I soliti AC/DC, i Great White, i Thunder e, più in generale, il Southern Rock (Lynyrd Skynyrd e The Outlaws, per rimanere inerenti alla bio del gruppo) appaiono, infatti, gli ingredienti preferiti dai cinque musicisti, cardini base di una proposta tutt’altro che innovativa ma, di certo, non sgradita ai fan di tali sonorità.
Ambientazioni sudiste dunque, accompagnate da panorami polverosamente assolati ed atmosfere da frontiera americana, sono immagini che ben si prestano al fine di descrivere l’essenza musicale dei Jaded Sun, rappresentata da una serie di brani dal movimento blueseggiante e mai troppo urgente, ben modellato su di un ideale di hard rock che fa del ritmo la propria ragione di essere.
Non spiacciono per nulla pezzi solidi e pieni di brio come “Breaking Through”, “Can’t Stop” e “Positive”, esempi di buon rock-blues ad alta gradazione alcolica, in cui chitarre dobro si accoppiano a cadenze ciondolanti, così come convincono le calde e vivaci “Crazyman”, “Fever”, “Hey You” e “Higher”, inni all’hard tradizionale d’oltreoceano che ha nei grandi Great White i paladini assoluti, unitamente ad alcuni sprazzi che un po’ possono ricordare i misconosciuti Tangier, eroica band attiva a cavallo tra anni ottanta e novanta, abilissima nel muoversi in situazioni di confine tra hard e southern.
Non mancano poi le classiche ballate da chiaro di luna: “Crave”, “Sweetness” e “He Knows Home” simboleggiano il lato più sentimentale del genere, dispensando le solite, irrinunciabili gocce di romanticismo, funzionali nel bilanciare i momenti di maggiore esuberanza dispersi lungo l’intero cd.
Buonissima prova inoltre, da parte del bravo John Maher, singer dall’ugola simile, in certi frangenti, a quella del grande Jack Russell.
Non brevettano nulla di nuovo nemmeno i Jaded Sun, ma il loro hard venato di blues, è una scoperta comunque gradevole e di discreto interesse, genuinamente retrò e con l’unico difetto identificabile nella prolissità di alcuni passaggi e ritornelli (la conclusiva, Zeppeliniana, “She’s Got Class” è l’esempio più immediato), aspetto che, ad ogni modo, non inficia il buon risultato complessivo.
Carino e divertente, dedicato agli amanti dei cappelli da cowboy, dei suoni polverosi, del rock n’roll e delle atmosfere da autostrada nel deserto…
Tracklist:
01. Breaking Through
02. Crazyman
03. Fever
04. Hey You!
05. Crave
06. Can’t Stop
07. Sweetness
08. He Knows Home
09. Positive
10. Higher
11. She’s Got Class
Line Up:
John Maher – Voce
Eorann Stafford – Chitarra / Dobro / Lap Steel / Harmonica
Sean Gosker – Chitarre
Damien Kelly – Basso / Tastiere / Piano
Gavan Murray – Batteria