Recensione: Halflife
I Lacuna Coil rappresentano, come molti sanno, una delle band principali nel panorama gothic nostrano, apprezzati tanto in patria quanto anche al di fuori dei confini nazionali; “Halflife” rappresenta un mini-cd dagli insoliti e caratteristici aspetti artistici, che lo pongono come ulteriore evoluzione musicale rispetto ai precedenti lavori che hanno avuto il pregio di far conoscere e ammirare un gruppo italiano in gran parte del Continente. Le cinque canzoni presenti sono come piccoli boccioli di rosa, pronti a dischiudersi e lasciare intravedere gli intensi e suggestivi colori dei quali sono dotati…
“Halflife” è il titolo del primo brano, un vero concentrato di melodie vagamente orientaleggianti, che culla il nostro animo alla luce della pallida Luna, introducendoci in una terra di sogno, dal seducente scintillio, che ci fagocita, facendoci diventare parte di essa… devo dire che questa traccia è impreziosita dalla eterea voce di Cristina, bella come poche, e da quella di Andrea: insieme riescono a tratteggiare nel nostro animo un paesaggio irreale, facendoci fluttuare tra le ombre della notte eterna. L’esordio della song è incentrato sulla “linea” melodica che si ripresenterà per tutta la canzone, insieme a quel refrain dalla folgorante bellezza; dall’ascolto più approfondito della canzone si deduce una estenuante ricerca della perfezione, anche nei particolari… nulla è lasciato al caso, tutto è dosato, tutto è accurato, incominciando dalle suddette voci e terminando al drum work. “Trance awake” prosegue sulla stessa scia indicata dalla title-track. Il brano, strumentale, apre le porte verso uno scenario quasi “monastico” grazie alle atmosfere create dalle tastiere e pur essendo molto breve (appena due minuti!) lascia il segno nell’ascoltatore, soprattutto per i cori celestiali presenti… “Senzafine” rappresenta la svolta dell’album, per il cantato in italiano e per la fluidità delle melodie, con un notevole lavoro batteristico… ancora una volta le voci riescono a squarciare il velo verso un mondo parallelo, malinconico, fatto di tristi flash e ricordi che affiorano rabbiosamente alla memoria. Inoltre, va detto che il cantato in italiano riesce a dare all’intera traccia un quid di malinconicamente dolce, che forse non sarebbe mai stato conferito dalla lingua inglese, e per questa scelta “coraggiosa” i nostri Lacuna Coil vanno apprezzati! Un arpeggio di chitarra ci annunzia la nascita di “Hyperfast”, brano un po’ più incalzante rispetto ai precedenti, ma altrettanto evocativo e irrobustito dallo screaming di Andrea, che conferisce un tocco eccezionale all’intera canzone, così come le melodie di chitarra e basso nella parte finale… posso asserire che, se le precedenti songs aprivano uno squarcio verso un mondo parallelo, questa riesce a farci precipitare (metaforicamente parlando, nda) verso un abisso eterno e senza fine, senza che possiamo ribellarci in alcun modo. A mio dire, questa rappresenta la canzone migliore dell’intero mini, per la varietà delle parti espresse e per le sensazioni che riesce a trasmettere all’ascoltatore. La quinta canzone è “Stars”, cover dei Dubstar; devo dire che non ho mai ascoltato la canzone originale e quindi non posso parlare, in termini di confronto, della versione qui propostaci; posso però assicurarvi che questa presentataci è veramente una traccia molto bella e suggestiva, grazie anche al contributo delle linee melodiche eseguite dalla splendida Cristina e, se non fosse stato per l’indicazione datami, certamente avrei pensato di trovarmi di fronte ad una canzone degli stessi Lacuna…
Siamo giunti alla fine, cari fratelli, e che dire oltre? Le canzoni sono tutte molto belle e, come detto in precedenza, molto curate in ogni minimo dettaglio… insomma, vale la pena comprare il mini e anche il full-lenght e, come si dice in queste occasioni, “Viva i Lacuna Coil!”.
Tracklist:
1) Halflife
2) Trance Awake
3) Senzafine
4) Hyperfast
5) Stars
