Recensione: Hallucinations
Durante i primi del ‘900 gli abitanti dell’isola di Alicudi, nell’Arcipelago delle Eolie, sono stati vittime di demoniache allucinazioni collettive (mostri, draghi, persone volanti). Il fenomeno è rimasto inspiegabile per poco più di trent’anni, quando è stato scoperto che le visioni erano causate dall’assunzione del pane di segale contaminata dalla segale cornuta, malattia causata dal Claviceps Purpurea, o Ergot, fungo contenente niente meno che l’acido lisergico, componente base della droga LSD.
Insomma, agli Arcudari fanno un baffo gli Hippies, i Beatles, Andy Warhol e tutti gli sballi psichedelici degli anni ’60: mangiando il ‘pane del diavolo’, come chiamato dalla Chiesa, inconsapevolmente han visto ben altro … trasformando poi queste visioni in storie misteriose e leggende che, ancora oggi, vengono tramandate.
Non so se gli svizzeri Gurd hanno dei parenti siciliani, sta di fatto che questa storia pazzesca è diventata ispirazione per la traccia ‘Devil’s Bread’ e per l’album che la contiene, ‘Hallucinations’ (appunto!), nuovo e dodicesimo lavoro in studio della band, disponibile dal 23 settembre 2022, via Massacre Records.
E’ un ritorno dopo otto anni di silenzio, che ci sta tutto, con la stessa formazione dei precedenti ‘Fake’ del 2014 e ‘Never Fail’ del 2011, che vede musicisti coesi e di buona competenza, tra cui il frontman V.O. Pulver (Poltergeist) che è in giro dalla metà degli anni ’80.
L’album è dominato da un Groove Metal pesante e scuro, ma non estremamente feroce, nel quale è presente una buona concentrazione di Thrash e di Hardcore vecchia scuola.
Il tutto suona potente, ma anche orecchiabile e fluido, con la melodia ben bilanciata con le bastonate soniche ed una buona variabilità degli spartiti.
Insomma, è un album che segue la tendenza di non andare in una direzione sola, cercando una certa fruibilità senza però diventare ruffiano, rimanendo nel campo di maggiore esperienza dei musicisti.
C’è una spedita ‘Merry Go Round’, Thrash vecchia maniera fatta per travolgere, con all’inizio una frase che colpisce subito duro: “… Hey ho, let’s go …” e non può non venire alla mente quell’icona del Punk Rock che è stato Jeffrey Ross Hyman, in arte Joey Ramone (R.I.P.) con la sua mitica band.
C’è una ‘Like The Pain’, potente nell’alternare la velocità con il determinato ritornello cadenzato e poi una schizofrenica ‘To The Floor’, con il taglio delle chitarre estenuantemente ridondante che arriva al limite della sopportazione, senza però infrangerlo.
Segue il pestaggio di ‘FEAR’, Groove collerico e prepotente e poi la già citata ‘Devil’s Bread’, dal riff segaossa e sparatissima, senza tregua e con un granitico gioco di assoli.
L’oscurità si fa ancora più buia con il Post Thrash di ‘Ghosts of Black Holes’, mentre un’insana ferocia esce da ‘Out of Hand’.
E’ c’è anche un pezzo più “leggero”: ‘Ship In Distress’, pur rimanendo nella sfera dei Gurd, è molto orecchiabile e sa un po’ di singolo commerciale. Non male, comunque riesce a coinvolgere … ci sta … anche considerando la crudezza del testo, che accusa i politici di pensare solo ad essere rieletti e non a cambiare la cose.
Chiudono ‘Taste For More’, un crudo Thrash-Punk e ‘Egoist’, pesantissima, incisa direttamente all’inferno.
‘Hallucinations’ vede la partecipazione di Tommy B. e Bruno Spring, entrambi Ex Gurd che hanno suonato, rispettivamente, nei primi due album e tra il 1999 ed il 2004 ed è stato registrato al Little Creek Studio di V.O. Pulver (Destruction, Burning Witches, Pro-Pain, Poltergeist).