Recensione: Hanging Rock
A distanza di poco più che un anno dal debutto, torna più carico che mai Tommy Vitaly con il suo secondo disco solista, Hanging Rock. Come per il lavoro precedente, il chitarrista fiorentino si è circondato di musicisti e guest star di tutto rispetto oltre agli ormai rodati compagni di viaggio Rhino e Andrea Torricini: tra i vari nomi possiamo trovare Mats Leven (già visto tra le file di band come Therion, At Vance e Yngwie Malmsteen), David Defeis, Michele Luppi e David Shankle giusto per citarne alcuni.
Nonostante il tempo trascorso dalla pubblicazione di Just Me non sia tantissimo, in questo nuovo lavoro si possono trovare grossi cambiamenti. Come prima cosa, salta all’occhio il fatto di come sia stata quasi accontonata l’idea di suonare brani solo strumentali, punto decisamente a favore di Hanging Rock. Altra novità è il sound di questo disco, molto più maturo, orientato su canoni “speed” rispetto al power neoclassico dell’esordio, con una produzione di alto livello, così come il songwriting. Non aspettiamoci certo di trovare un nuovo genere metal o qualcosa di extraterrestre, ma il lavoro di Tommy si sta pian piano affinando e scavando la propria nicchia nel gran marasma di produzioni che affollano il settore.
Già dal primo brano, Betrayer, è chiaro come la virata di stile si orienti a un heavy speed decisamente trascinante, con venature hard rock mai fuori luogo. Ne è la prova la seconda traccia Run With The Devil, un pezzo glam-oriented che mescola con sapienza sfuriate tipicamente power metal a una ritmica più spensierata.
La qualità delle composizioni è decisamente migliorata rispetto al debutto, infatti ogni canzone proposta in questo album ha ben chiaro l’obiettivo da raggiungere, ovvero stupire l’ascoltatore con la sua carica di adrenalina e vivacità.
Con Hands Of Time si torna sul classico power metal, veloce e accattivante con una prestazione vocale da parte dell’ospite Todd LaTorre, attuale voce dei Crimson Glory, davvero stratosferica. A seguire troviamo Forever Lost, brano lento e malinconico interpretato per l’occasione da David Defeis che anticipa Idol, un pezzo grintoso e allegro con un Michele Luppi decisamente in forma.
Misanthropy, è il primo pezzo strumentale di Hanging Rock. Qui possiamo trovare molti elementi neoclassici mescolati a melodie dolci e rilassanti in modo da non lasciare mai spazio alla noia. Ma è solo un momento di calma prima della tempesta, ovvero prima di Heavy Metal God, brano speed trascinante e veloce, una di quelle canzoni che rende quasi impossibile trattenersi dal muovere a tempo la testa.
La title-track, Hanging Rock è il secondo e ultimo pezzo strumentale di questo album, meno atmosferico di Misanthropy, ma con una forte carica emozionale in cui gli strumenti si fondono molto bene, creando un turbine di sensazioni piacevoli. In chiusura troviamo Icewarrior, brano in cui possiamo trovare un altro grande ospite, Zak Stevens (Savatage, Circle II Circle, Jon Oliva’s Pain): il tutto suona molto maideniano e si lascia apprezzare per il tocco heavy metal che imprimono la chitarra e il basso in un pezzo davvero interessante.
Non rimane che fare i complimenti a Tommy Vitaly per questo suo nuovo disco ben suonato e carico di novità apportate al sound, partendo dalla svolta verso un heavy-speed metal di ottima fattura, passando per la miriade di ospiti d’eccezione davvero ben selezionati e arrivando alla quasi totale esclusione di pezzi solo strumentali. Un ottimo secondo passo, un in bocca al lupo per il futuro.
Stefano “Elrond” Vianello
Tracklist:
1. Betrayer (feat. Mats Leven on vocals)
2. Run with the Devil (feat. Carsten “Lizard”Schulz on vocals)
3. Hands of Time (feat. Todd LaTorre on vocals)
4. Forever Lost (feat. David Defeis on vocals)
5. Idol (feat. Michele Luppi on vocals, Norifumi Shima and Ferdy Doernberg solos)
6. Misanthropy
7. Heavy Metal God (feat. Carsten “Lizard” Schulz on vocals, David Shankle guitar solo)
8. Hanging Rock (feat. Ferdy Doernberg keyboard solos)
9. Icewarrior (feat. Zak Stevens on vocals)
Line-up:
Tommy Vitaly: Guitars, Keyboards, Piano
Rhino: Drums
Andrea “Tower” Torricini: Bass