Recensione: Happy Happy Killing Time

Di Alberto Fittarelli - 1 Settembre 2003 - 0:00
Happy Happy Killing Time
Band: Secretum
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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68

I Secretum non sono esattamente quello che ci si potrebbe aspettare a prima vista: il monicker in lingua latina nasconde infatti un gruppo tedesco, che più tedesco non si può; e anche se il nome stesso può far pensare ad una band di abusato gothic metal il genere che i 3 pazzi in questione propongono è in realtà un thrash/death metal molto grezzo, dove la componente ‘ottantiana’ prevale di molto.

E quando parlo di anni ’80 intendo quelli che hanno visto l’uscita di dischi come Agent Orange dei Sodom, gruppo che probabilmente costituisce la maggior influenza per i Secretum: tutte le canzoni sono infatti impostate su ritmi veloci, riff scarni ed il più possibile diretti ed una voce abrasiva, rozza, a condire il tutto. Il gruppo, in generale, riesce ad evidenziare in più di un episodio una buona capacità di comporre, anche se si tratta di soluzioni basilari e, ovviamente, nulla di nuovo: ma già l’opener Don’t look now fa la sua bella figura, aprendo il disco con un bel botto ed ispirando un sano headbanging. Il problema è che la formula non varia più di tanto nel resto dell’album, con una serie di pezzi più o meno tutti uguali nella sostanza: risalta un po’ la title-track, decisamente il pezzo più articolato (e lungo) del disco, dove per la prima volta si sentono anche delle influenze swedish; per il resto nulla di particolarmente notevole, anche se il livello resta comunque sufficiente, ed il divertimento qua e là non manca.

Analizzando freddamente questo Happy happy killing time non ne ricaviamo quindi una gran bella immagine, ma c’è da dire anche qualcosa di più: va considerato infatti anche quel feeling impalpabile che lo avvolge e ne fa crescere il valore, quella sensazione di irriverenza e trasgressione che ha sempre avvolto gli storici gruppi del thrash tedesco, molto più attenti alla sostanza che alla tecnica strumentale. Tecnica che comunque non manca del tutto a questi tre ragazzi, ma che viene utilizzata in dosi molto misurate ed è comunque sempre al servizio della canzone; un pezzo come Stronger than you, ad esempio, risolleva di molto l’opinione sui singoli musicisti, oltre a candidarsi come probabile miglior canzone del disco. Poi, giusto per smentirsi subito, il conclusivo remix di Don’t look now costituisce 6 minuti e 16 secondi di totale inutilità, con effetti e rumori davvero improvvisati e fastidiosi.
Credo che i Secretum possano dimostrare di spaccare sul serio più dal vivo che su CD, vista anche l’attitudine che mostrano: Happy happy killing time è intanto una presentazione tutto sommato buona delle loro capacità, un disco casinaro, disimpegnato e divertente: dategli una possibilità.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Don´t look now
2. Loss of Blood
3. Axis of Evil
4. Snow White
5. The Metalpyromaniac
6. Happy Happy Killing Time
7. Decapitation
8. Stronger Than You
9. Don´t look now (rmx)

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