Recensione: Hard Feelings
Sesto full-length per i Blessthefall, che proseguono quindi sul piano di un’ottima continuità produttiva dopo l’ottimo “To Those Left Behind”, uscito nel 2015.
La loro parola magica è melodic metalcore, anzi, forse, post-metalcore. Per dire che i tempi per un nuovo step evolutivo del genere suddetto siano ormai maturi. Già precedentemente il combo di Phoenix aveva posto le basi per una evoluzione stilistica che nel nuovo “Hard Feelings”, trova, pieno o quasi, compimento.
Esattamente come nel black metal, che ha usufruito della shoegaze per dare alla luce lavori dal grandissimo valore introspettivo, i Blessthefall introducono nel loro sound massicce dosi di elettronica che si estrinsecano sia nella proposizione di inserti dal mood fortemente melanconico, sia nella manifattura di ampi e ariosi tappeti di tastiere. A supporto di un sound comunque potente, a volte incattivito da erculei breakdown, esplosivo, tagliato, come tradizione vuole, a spigoli vivi (*-core).
Così facendo, i Blessthefall riescono con facilità e naturalezza a creare uno stile assolutamente personale, che si può assimilare con immediatezza. Uno stile tuttavia di grande spessore sia tecnico, sia artistico. Del resto la formazione di Phoenix si è formata nel 2004 per cui l’esperienza non manca, ma non manca soprattutto la professionalità necessaria per dare alla luce album dal sound perfetto, suonato con grande competenza e sicurezza nei propri mezzi.
Di nuovo, il fatto di appartenere alla grande famiglia del metalcore può indurre la tentazione di pensare al solito cliché che vede il metalcore stesso come sottogenere quasi indegno del metal – stop’n’go, clean / harsh vocals, forma-canzone immutabile, sound che fa l’occhiolino al mainstream, ecc. Ciò è errato, poiché – ovunque – sono sempre preparazione tecnica e talento compositivo a fare la differenza. E, in questo senso, i Blessthefall appaiono essere in grado di esprimere musica di alto livello senza forzare, senza strafare.
La loro grande classe, allora, consente di dare alla luce song dal valore intrinseco eccezionale. Coinvolgendo una capacità di produrre melodie in grande quantità, capaci di attrarre come una calamita l’ascoltatore bendisposto a non considerare il metalcore come un genere non meritevole di attenzione.
Song come la stupenda opener-track ‘Wishful Sinking’ non possono generare indifferenza, talmente è alta la componente emozionale (post-metalcore?) in grado di immergere l’ascoltatore, stavolta attento, in un universo in cui esistono solo i sogni, accarezzati dalle mirabolanti armonie dei Nostri, dalle loro stupende linee vocali, dai loro trasognanti cori che riecheggiano attorno a esse dopo aver oltrepassato i confini dello spazio e del tempo. Magnifica! Esattamente come la rutilante ‘I’m Over Being Under(rated)’, dall’incipit straordinario, che poi s’accheta per volare fra le stelle con un refrain addirittura commovente, da brividi caldi sulla pelle. Esempi di scrittura ai massimi livelli possibile del genere, insomma. Senza contare, poi, ‘Keep Me Close’, cadenzata emozione che si svolge tenuta per mano dal sopraffino cantato in clean di Beau Bokan, vocalist dalla sensibilità eccezionale, per giungere a un ritornello-capolavoro, impressionante nel suo armonioso concepimento e nella sua impeccabile realizzazione. Addirittura commovente, infine, l’inizio di ‘Sakura Blues’, generato dall’elettronica di cui si è detto, a servizio del calore compositivo di una formazione foriera di elaborare infinite melodie, una più coinvolgente dell’altra.
Sensazioni forti, sound potente, tante tante tante emozioni, melodie di grande lignaggio… il dolce sprofondare nel mondo dei sogni… i Blessthefall… “Hard Feelings”…
Daniele “dani66” D’Adamo