Recensione: Hardcore Superstar
Quarto album per gli svedesi Hardcore Superstar, autentiche celebrità in patria che con il primo, acclamatissimo, platter del 2000, intitolato “Bad Sneakers and A Pina Colada”, avevano letteralmente sbancato il “botteghino”, proponendosi quali eredi di nomi mitici come Motley Crue, Poison e Bang Tango e riportando in auge uno stile che sembrava perdere sempre più colpi e seguaci: lo sleaze rock.
Oggi, sul declinare del 2006 i grockers scandinavi non rappresentano più una novità, ed il fattore sorpresa sembra definitivamente evaporato: la scena dei paesi nordici, tuttavia, è quanto mai prodiga di uscite e talenti tanto da ricordare i mitici anni ottanta losangelini ed una parte del merito è certamente ascrivibile al gruppo del singer Jocke, meritevole di aver dato impulsi fondamentali per la crescita del genere ed attualmente considerato quale caposaldo inamovibile del settore.
Tralasciando le note biografiche e venendo a tematiche prettamente musicali, è anzitutto necessario sottolineare un aspetto primario e fondamentale al riguardo del cd che risulta decisamente solido sotto ogni punto di vista.
La produzione è quanto mai secca ed asciutta ed il songwritring della band sembra essere divenuto molto più maturo e grintoso, sgrezzato da quelle che erano state le piccole ingenuità di inizio carriera e dagli eccessi commerciali del precedente “No Regrets” del 2003. Il sound si è fatto più aggressivo e “compatto”, fattori questi che vanno di pari passo con le tematiche proposte nei testi, non più esclusivamente riguardanti aspetti “leggeri”, ma stavolta improntati ad un maggiore realismo “sociale”, come testimoniano i titoli delle ruggenti “Kick On The Upper Class”, “Hateful” e “We Don’t Celebrate Sundays”, episodi di notevole schiettezza ed impatto che, pur mantenendo un impianto melodico di facile presa, non risparmiano in energia e potenza.
In generale, la verve compositiva e le coordinate stilistiche sembrano effettivamente essersi orientate verso un hard rock, dalle dichiarate tinte glam, più tradizionale ed ottantiano: i brani “My Good Reputation” e “Cry Your Eyes Out” per citarne un paio, così come “Simple Man”, “Last Forever” o “Blood On Me” (che tradisce influenze derivanti dai grandi Ac/Dc, ben identificabili in un ritornello vicinissimo al gusto musicale di Angus Young e famiglia), rivelano con particolare eloquenza le radici da cui trae spunto da sempre la band di Goteborg, fornendo un piacevole e spesso per nulla inadeguato termine di paragone con i grandi musicisti che per un decennio sono stati padroni incontrastati della scena: facile comprendere il motivo per cui molti di loro farebbero attualmente carte false per entrare a far parte di questo gruppo, orgogliosamente tra i più credibili e “veri” presenti sul mercato in termini di glam rock.
Gli Hardcore Superstar sembrano giunti dunque alla piena maturazione. Impossibile non farsi una opinione positiva del loro nuovo CD, che appare molto ben congeniato e prodotto, al passo con i tempi seppur debitore di epoche “andate” e suonato splendidamente da un nucleo di artisti ormai esperti, ma ancora in possesso della carica adolescenziale e della sana incoscienza necessarie affinché produzioni di questo tipo abbiano ancora un senso ed appaiano del tutto genuine e “sincere”.
Ottimo disco, se il glam avrà un futuro, molta parte del merito sarà loro.
Tracklist:
01. Kick On The Upper Class
02. Bang On Your Head
03. Last Forever
04. She’s Offbeat
05. We Don’t Celebrate Sundays
06. Hateful
07. Wildboys
08. My Good Reputation
09. Cry Your Eyes Out
10. Simple Man
11. Blood On Me
12. Standing On The Verge
Line Up:
Jocke – Voce
Silver – Chitarra
Martin – Basso
Adde – Batteria
