Recensione: Hardsounds.it Compilation

Di - 2 Luglio 2011 - 0:00
Hardsounds.it Compilation
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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78

Lodevole iniziativa da parte di Hardsounds, webzine attiva nel panorama underground italico e volenterosa di dare spazio a realtà poco conosciute col sempre efficace mezzo della compilation gratuita. Di conseguenza vi sono parecchi nomi nuovi insieme ad alcuni già passati per le pagine virtuali di TrueMetal con giudizi alterni (Yikon, Necroshine, As Likely As Not).

Piace, comunque, il fatto che venga dato spazio a sfumature differenti del metal come lo si intende oggi, quindi largo al metalcore ed al suo fratello schizofrenico math, così come all’hard rock, al thrash/death ed al black sinfonico per chiudere con l’industrial. Ce n’è per tutti i gusti, insomma, e bisogna ammettere che i singoli brani, nel complesso, sono piuttosto piacevoli per una compilation che scorre bene lasciando all’ascoltatore la voglia di andare a scoprire meglio i singoli gruppi trattati.

In aiuto all’analisi dei singoli brani, viene un rigoroso track-by-track atto a descriverli al meglio con poche parole che rendano l’idea della musica contenuta in ciascuna canzone:
1. Marco Campanella – X-Ray Eyes: un hard rock strumentale dalle tinte decisamente vicine ai Deep Purple ed ai Rainbow che furono introduce l’ascolto della compilation con risultati decisamente ben riusciti, sebbene molto fedeli ai canoni stilistici dettati da Ritchie Blackmore e soci. (Voto: 72)
2. Yikon – Murder Plan: heavy metal classico ed hard rock fusi in una proposta che, seppur non risulti soprendente, piace anche grazie alla voce baritonale del singer, vera arma in più del gruppo. (Voto: 68)
3. Carnal Gore – Vile World: arriva finalmente la prima mazzata sui denti che viene elargita con ferocia, brutalità ed ignoranza a suon di thrash/death metal di scuola Destruction con accenni anche agli Slayer, il tutto filtrato con voce che alterna registri growl e scream. Un pezzo che di originale non ha nulla, ma apprezzabile per la violenza sonora espressa. (Voto: 65)
4. Necroshine – Where Is Your God Now: con una domanda teologica bussano alle porte i Necroshine col loro black metal sinfonico che, fregiandosi di reminiscenze thrash, avvolge un brano cadenzato e piuttosto vario. Gruppo in crescita e da non perdere di vista. (Voto: 71)
5. O – Inestinto: con il quinto pezzo della tracklist si arriva ad una proposta musicale decisamente di confine. Gli O alternano sfuriate math/grind veloci e violente con intervalli puliti che potrebbero facilmente trovare posto in un disco dei mai troppo lodati In Tormentata Quiete. Un singolo pezzo non è sufficiente per comprendere appieno la gamma sonora degli O, quindi è consigliabile approfondire. (Voto: 76)
6. Oceanides – Convalescence: anche qui ci si trova di fronte a musica estremamente particolare e personale per una canzone che si suddivide tra porzioni al limite dell’hardcore e break melodici, ma senza mai scadere nel metalcore. Anche per gli Oceanides vale lo stesso discorso degli O. (Voto: 78)
7. Furyu – Finalmente Io Sono: si torna per un attimo all’hard rock con un pezzo strumentale dalle tinte funky che, per dare un’idea, può ricordare quanto fatto da Glenn Hughes nei suoi ultimi album solisti. Molto interessante l’interludio centrale caratterizzato da un arrangiamento orientale. (Voto: 77)
8. As Likely As Not – My Last Confession: diretti come un pugno in pieno viso arrivano gli As Likely As Not, fautori di un deathcore crudo e diretto tanto semplice, quanto tutto sommato non così originale. (Voto: 64)
9. Innervacuum – Melancolia: le frontiere della sperimentazione si riaprono con gli Innervacuum che vanno a pescare le proprie radici nel mathcore più schizofrenico possibile di casa The Dillinger Escape Plan senza però dimenticare anche qualche spunto che ricorda i nostrani Infernal Poetry. (Voto: 75)
10. Midgard – Broken Doll: a dispetto del nome che farebbe pensare ad un combo dedito a sonorità epiche di stampo vichingo, i Midgard propongono un industrial/EBM metallizzato con similitudini con quanto fatto dall’ultimo Mortiis. Forse un po’ fuori contesto non riescono a convincere appieno a causa di suoni eccessivamente filtrati e distorti. (Voto: 61)

Concluso il commento di ogni singola traccia, le considerazioni finali sull’operazione di per sé non possono altro che essere positive: dare visibilità e spazio a realtà emergenti e meritevoli di attenzione è doveroso nei confronti di una scena musicale in continuo fermento. La selezione di tali gruppi, per quanto ardua, riporta cognizione di causa per poter accontentare sia i fan di sonorità più estreme che estimatori del classico hard rock/heavy metal come lo si intendeva una volta.

Un plauso, quindi, indipendentemente dalla qualità dei singoli brani, ai ragazzi di Hardsounds che hanno confezionato un prodotto che svolge appieno la sua funzione promozionale. Ora speriamo che invogli gli ascoltatori ad approfondire ulteriormente il discorso.

N.B.: il voto espresso in calce è relativo all’operazione, non è una media di quelli espressi per i pezzi.

Andrea Rodella

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Tracklist:
1. Marco Campanella – X-Ray Eyes
2. Yikon – Murder Plan
3. Carnal Gore – Vile World
4. Necroshine – Where Is Your God Now
5. O – Inestinto
6. Oceanides – Convalescence
7. Furyu – Finalmente Io Sono
8. As Likely As Not – My Last Confession
9. Innervacuum – Melancolia
10. Midgard – Broken Doll

Durata: 45:49 min.

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