Recensione: Harsh Reality
‘Harsh Reality’ è il primo album dei canadesi Citizen Rage, disponibile dal 19 maggio 2023 via Cursed Blessings Records.
La band non è proprio di primo pelo: si è formata a Calgary nel 2013 e, nel periodo che va dal 2014 al 2020, ha dato alle stampe ben sei EP (dal curioso titolo di ‘Red’, ‘Blue’, ‘Yellow’, ‘Green’, ‘Pink’ e ‘Black’) oltre al singolo ‘I Will Fucking Kill You’.
Ha anche avuto una densa attività live, calcando i palchi di festival come l’Armstrong Metal Fest, il Loud as Hell, l’East-Town Get Down, il Lethbridge Deathfest ed il Decimate Metal Fest, condividendoli con gente del calibro di DRI, Cro-Mags, Trapped Under Ice, Madball, Revocation, Ignite.
‘Harsh Reality’, in neanche mezz’ora, fa esplodere parecchia roba attraverso dieci tracce cariche di uno spedito Hardcore aggressivo ed al contempo coinvolgente e dinamico, dai tratti Old School e reso incandescente, spesso e volentieri, per mezzo di ritmiche serrate e compresse che conferiscono al sound un andamento prepotentemente Thrashy.
Legandoli ad un filone e parlando di influenze possiamo citare, essenzialmente, DRI, Suicidal Tendencies ed Agnostic Front.
Ci sono, quindi, brani che si avvicinano al Metal, come la feroce’Whats It To You’ e la ipercinetica ‘Walls’, o più Punk oriented come le disturbanti ‘One Last Time’ e ‘Look For Me In Darkness’.
Particolare menzione per le sequenziali ‘Fuck Your Face’, puro Hardcore sprezzante e bellicoso, nuova versione dell’originale inserito nel loro primo EP ‘Red’, l’adrenalinica ‘Breath’, incredibile e trascinante cover della Punk Band connazionale ‘The Rebel Spell’ (presente nel Full-Length ‘Last Run’ del 2014), resa più corposa e massiccia rispetto all’originale (anche più veloce) e molto spettacolare e la massacrante e durissima ‘For Worse or Better’.
Un sacco di cori rivoltosi, qua e là degli assoli molto convincenti ed un lavoro di basso/batteria che addensa il tutto. Proprio niente male questo ‘Harsh Reality’, anche profondo sotto il profilo dei testi: i Citizen Rage affrontano problemi come il bullismo (‘Fuck Your Face’) e la salute mentale (‘Walls’), mettono in dubbio il capitalismo e la gestione politica e lo sanno fare molto bene.
In particolare, mi ha colpito ‘Given No Hope’, che racconta del ritrovamento, sul retro di una Indian Residential School, di una fossa comune con i corpi di ben 215 bambini indigeni: la parte iniziale, cantata e suonata dall’artista Spike Junior della Siksika Nation è potentemente commovente. Al secondo posto in scaletta, dà un colpo che non ti aspetti.
In definitiva, un lavoro completo e dotato di anima questo ‘Harsh Reality’, che riesce ad essere prepotente ma anche riflessivo. Questa è una band da tenere d’occhio, ci riserverà un sacco di sorprese. Molto bravi.